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La gaffe dell'Inail che chiede 20mila euro di contributi ai volontari di una Onlus

I latini dicevano che “errare è umano ma perseverare è diabolico”. Un brocardo sempre valido, ma evidentemente non per la burocrazia italiana.

La gaffe dell'Inail che chiede 20mila euro di contributi ai volontari di una Onlus

L’ultimo paradosso arriva da Ostia e a raccontarlo è l’Anffas, associazione senza scopo di lucro di famiglie e persone con disabilità intellettiva, che sul litorale romano segue più di 450 ragazzi grazie a una sede attiva da anni: oggi però ha ricevuto dall’Inail un accertamento di 20mila euro per contributi sulla sicurezza nel posto di lavoro. Ma l’Anffas è una onlus sociosanitaria e, sostiene, non dovrebbe essere considerata come una società privata.

“L’Inail scambia un’associazione di disabili per un ente turistico”, scrive l’Anffas di Ostia. E non è la prima volta che l’istituto nazionale per la sicurezza chiede maxiaccertamenti alla onlus: già nel 2011 mandò una cartella per 69.374 euro contro la quale la onlus fece ricorso al tribunale del lavoro vincendo la causa contro l’Inail. Ma nel 2013, racconta ancora l’Anffas, arriva un altro accertamento per 30mila euro: scatta il ricorso, vinto anche questo. Ma evidentemente non c’è due senza tre: adesso la cartella dell’Inail è di 20mila euro.

Il motivo è degno di un romanzo di Kafka: in pratica da anni l’Anffas di Ostia è considerata dall’Inail come una società di “varie attività, come ad esempio un operatore turistico, e non una onlus sociosanitaria che gode di esenzioni e tariffe agevolate sui contributi.

Già nel febbraio 2016 la corte d’Appello di Roma scriveva nella sentenza sulla causa civile fra Anffas e Inail che “risulta agli atti che l’Anffas di Ostia era stata inquadrata dall’Inail nel settore attività varie con applicazione delle relative tariffe”. Poi ricordava che “i datori di lavoro che non abbiano finalità di lucro sono esonerati dalla contribuzione alla Cassa unica” e concludeva spiegando che “spetta all’Inps la titolarità esclusiva della funzione di inquadramento”. Ma nonostante questa sentenza e quelle risalenti al 2012 e 2014 nessuno ha provveduto a cambiare inquadramento alla onlus che risulta un ente turistico come una società privata qualsiasi.

Eppure risulta anche all’Agenzia delle Entrate che l’Anffas di Ostia è iscritta all’anagrafe unica delle onlus da giugno 2003, con numero identificativo 58548: la struttura di Ostia, che sui triva sul lungomare, segue 450 bambini e ragazzi con disabilità intellettive e del neurosviluppo e in particolare assiste gratis 70 ragazzi affetti da autismo grazie ai fondi della Regione: ha creato un’agenzia di lavoro e realizzato un bar all’interno della struttura per inserire nel mondo del lavoro i ragazzi disabili e ha pure vinto un premio da Farmindustria per l’assistenza sociosanitaria domiciliare, considerata la migliore d’Italia.

Ma dal 2011 rimane questo problema con l’Inail. “Siamo alle solite – spiega l’Anffas di Ostia in una nota – oggi il nuovo capitolo: l’ennesimo maxi accertamento, questa volta di 20mila euro. E la solita motivazione, una variazione del rapporto assicurativo con il quale, sulla base di non meglio chiarite informazioni acquisite d’ufficio, si provvede alla modifica del settore di appartenenza con richiesta retroattiva. Inail conosce benissimo la posizione dell’associazione. Questo continuo bombardamento ci danneggia e mette a repentaglio la nostra sopravvivenza perché ci obbliga a doverci difendere sprecando tempo e denaro per beghe legali che non ci appartengono. Vorremmo preoccuparci solo dei nostri ragazzi e invece ogni volta siamo costretti a combattere contro una burocrazia”.

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