La maggioranza vuole accelerare sul disegno di legge sulla sicurezza.
Approvato alla Camera nell'ottobre scorso, l'iter del ddl ha subito un rallentamento al Senato.
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Dopo gli scontri di piazza fra manifestanti e forze dell’ordine, la maggioranza sembra volere imprimere una accelerazione al disegno di legge sulla sicurezza. Approvato alla Camera nell’ottobre scorso, l’iter del ddl ha subito un rallentamento al Senato. Almeno fino alla scorsa settimana, prima dei disordini registrati nel corso delle manifestazioni seguite alla morte del giovane Ramy.
Sul provvedimento, viene spiegato da fonti parlamentari, peserebbero anche alcuni rilievi che sarebbero arrivati dal Colle. Segnali che riguarderebbero la stretta sulle sim per i telefonini e altri device in possesso dei migranti, ad esempio. Oppure il passaggio che prevede la carcerazione delle donne incinta. Una norma pensata per fermare il fenomeno delle borseggiatrici che utilizzerebbero la gravidanza per evitare la detenzione.
Un criterio che, è il ragionamento che viene fatto in Transatlantico, sarebbe ritenuto troppo onnicomprensivo: un conto, insomma, sarebbe ricorrere a plurime maternità per sfuggire all’arresto, altro sarebbe prevedere la detenzione in carcere tout court per le donne in gravidanza.
Stesso discorso vale anche le pene previste per la resistenza passiva in carcere. In altre parole, si può considerare resistenza anche atti non violenti come il rifiuto del cibo o dell’ora d’aria?
E ancora: le stesse perplessità riguarderebbero anche l’elenco delle opere pubbliche di interesse nazionale per cui vale il divieto di manifestare, elenco che può essere modificato solo dal Parlamento così come dal Parlamento è stato fatto. Infine, la questione delle attenuanti cancellate a fronte delle aggravanti nei casi di violenza contro le forze di polizia.
Nelle ultime ore, poi, si è cominciato insistentemente a parlare della possibilità di introdurre il cosiddetto “scudo penale” per gli agenti delle forze dell’ordine. Una questione che verosimilmente non sarebbe ancora sotto la lente perché non è stata sin qui tradotta in atti specifici. Il ddl Sicurezza “è finito non solo sotto i rilievi del Colle ma anche sotto la lente di ingrandimento del Consiglio d’Europa per i diritti umani che ha detto ‘si rischia la svolta ungherese'”, spiega la coordinatrice della segreteria Pd, Marta Bonafoni che, sull’idea di scudo penale, aggiunge: “Mi colpisce moltissimo questo gioco al rialzo che la maggioranza e il governo fanno attorno al tema della sicurezza. Perché è come un’ammissione di insufficienza delle misure da noi, e non solo da noi, criticatissime”.
Nella maggioranza, Lega e Forza Italia si mostrano decisi a procedere velocemente verso l’approvazione (anche se in Forza Italia si sono manifestate sensibilità diverse, ad esempio sul tema delle detenute madri) evitando modifiche che porterebbero a una terza lettura, dopo quella del Senato.
Al contrario da Fratelli d’Italia, con Sergio Rastrelli, si dicono “aperti a miglioramenti” del testo. Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera, spiega che il suo partito intende “giungere alla conclusione del provvedimento, abbiamo sottolineato alcuni aspetti critici e ci siamo espressi in maniera chiara, alla luce del sole. Noi vogliamo che le cose siano fatte bene riguardo un provvedimento così importante e se serve qualche giorno in più va bene ugualmente”.
Anche l’omologo della Lega, Riccardo Molinari, chiede di andare avanti spediti verso l’approvazione, evitando una terza lettura che, se fossero introdotte modifiche al testo, diventerebbe una necessità. Sul ddl Sicurezza “la nostra posizione è diversa da quella di FdI, perché deve essere approvato senza modifiche”, spiega Molinari: “Riteniamo che la cosa più pragmatica sia intanto approvare quel decreto. La posizione della Lega è evitare il terzo passaggio del ddl Sicurezza al Senato”.
Un confronto nel quale si inserisce il Pd che, apprezzando le aperture alle modifiche arrivate da FdI, stigmatizza l’atteggiamento da “parte della maggioranza, che in questi giorni e anche oggi, con il capogruppo della Lega alla Camera, chiede una accelerazione dei tempi della discussione” e che vuole “fare di questo provvedimento una bandiera di propaganda securitaria che noi contrastiamo in tutti modi”, spiega Francesco Boccia, presidente dei senatori dem che, in merito allo scudo penale aggiunge: “Ci riconosciamo nelle parole del padre di Ramy, sulla cui morte va fatta piena luce, e riteniamo che non ci sia bisogno di alcuno scudo per le forze dell’ordine che hanno come stella polare della loro azione la Costituzione e le leggi del nostro Paese a cui nessuno si deve sottrarre”.
Detto questo, il Pd “considera il ddl Sicurezza che stiamo discutendo in commissione Affari costituzionali al Senato un provvedimento sbagliato, con evidenti profili di incostituzionalità”.
Per il M5s “lo scudo penale per le forze dell’ordine che, secondo notizie di stampa, è allo studio del governo sarebbe l’ennesimo inaccettabile ribaltamento del nostro ordinamento per mano di un centrodestra che procede sempre più attraverso improvvisazioni e colpi di testa”. Contrari anche Avs, per il quale si tratta di una prospettiva “inquietante”, Azione, che vede nello scuso una deriva stile “Cile di Pinochet”, e più Europa: “Non è quello di cui c’è bisogno, anzi io penso che ci debba essere, per i pochi casi in cui l’operato delle forze dell’ordine è dubbio, un approfondimento pieno”, spiega il segretario Riccardo Magi.
Agenzia Giornalistica Agi
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