La ricerca/laboratorio sui giovani gender.
Il contributo scientifico di Roma Tre. Ulteriori chiarificazioni.

A fronte delle numerose illazioni diffuse in questi giorni dai mezzi di comunicazione, sembra opportuno offrire ulteriori elementi di chiarificazione. Si precisa ancora una volta che il “laboratorio” al quale ci si è riferiti non consiste né in un corso, né in un insegnamento. Si tratta di un singolo incontro, nell’ambito di una ricerca non finanziata, che non prevede in alcun modo attività finalizzate a influenzare i minori su questioni legate al genere. Come in molte altre ricerche, gli strumenti per raccogliere le storie e i vissuti personali, in ragione dell’età delle persone coinvolte, sono di carattere ludico-ricreativo. Inoltre, le attività proposte durante l’incontro non fanno riferimento diretto all’espressione di genere dei bambini e delle bambine.
Durante l’incontro verrà effettuata una rilevazione delle narrazioni spontanee dei minori, tra i 7 e i 14 anni, con la presenza dei genitori. Il Comitato Etico dell’Università Roma Tre ha valutato la metodologia di ricerca come adeguata, confermando che non vi è alcuna violazione dei diritti dei partecipanti e delle partecipanti. Le 7 famiglie, che hanno scelto volontariamente di partecipare, svolgono già da tempo attività di questo tipo all’interno di un’associazione e i ricercatori intendono unicamente raccogliere le loro storie. Va osservato, peraltro, che tali famiglie sono fortemente scosse dal clamore mediatico della campagna di disinformazione in corso e dovrebbero essere maggiormente tutelate.
Il Rettore si riserva di intraprendere qualsiasi azione legale a tutela dell’immagine e reputazione dell’Ateneo, a fronte di notizie palesemente false.
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