La ricetta bianca non esisterà più, sostituita da un messaggio su WhatsApp.
L’articolo 57 della manovra prevede che quel foglio timbrato e firmato dal medico con il quale vengono prescritti farmaci di fascia C a pagamento per il cittadino perda la sua forma cartacea.
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Presto la ricetta bianca non esisterà più, potrà essere sostituita da un messaggio su WhatsApp. L’articolo 57 della manovra prevede che quel foglio timbrato e firmato dal medico con il quale vengono prescritti farmaci di fascia C a pagamento per il cittadino perda la sua forma cartacea, a partire dal prossimo anno.
Si legge su Repubblica:
Nell’articolo, che menziona anche le richieste a carico del servizio sanitario nazionale, è scritto che «al fine di potenziare il monitoraggio dell’appropriatezza prescrittiva nonché garantire la completa alimentazione del Fascicolo sanitario elettronico, tutte le prescrizioni a carico del cittadino sono effettuate nel formato elettronico». Il cambiamento farà sì, ad esempio, che i medici potranno spedire via mail o Whatsapp anche le richieste per farmaci a carico del paziente, che oggi costringono i cittadini a passare dallo studio anche quando si tratta di proseguire terapie già avviate.
La procedura permetterà di poter ritirare anche in una Regione diversa il prodotto richiesto e ridurrà il margine di errore legato alla mancata comprensione della calligrafia del professionista. Oltre a permettere una registrazione più puntuale dei dati di consumo. La novità viene decisa in un periodo particolare per Sogei, la società del Mef che tra l’altro genera l’Nre, il numero della singola ricetta elettronica, scrive Repubblica:
Da una ventina di giorni il sistema di Sogei ogni tanto si blocca. Ci sono state molte proteste, da parte dei medici e delle Regioni, per le interruzioni del servizio di un’ora e mezzo o due nei giorni 4, 5, 6 novembre ma anche ad ottobre varie volte, a partire dal 15. È andata a finire che i dottori che le avevano ancora hanno dovuto tirare fuori le vecchie ricette rosse e scrivere a mano oppure rimandare i pazienti al giorno dopo, creando di disagi e attese.
Per Silvestro Scotti, segretario della Fimmg, il principale sindacato dei medici di famiglia, “il rischio è che la misura non tenga conto dell’attuale capacità del sistema informatico”.
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