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La spesa per Super eco bonus 110% a giugno fa segnare il record di 4,5 miliardi di euro

Nei primi sei mesi dell’anno investiti 19 miliardi di euro che hanno attivato una produzione stimata in 40 miliardi di euro e occupazione per oltre 300 mila unità di lavoro.

La spesa per Super eco bonus 110% a giugno fa segnare il record di 4,5 miliardi di euro

Aggiornati i dati sui reali costi sostenuti dallo Stato. Prosegue la “corsa” degli investimenti in Super ecobonus 110% che, nel solo mese di giugno, secondo i dati Enea elaborati dal Centro Studi del Consiglio Nazionale Ingegneri, ha raggiunto i 4,5, miliardi di euro, la cifra mensile più elevata registrata dall’avvio di questo incentivo nel 2020. A marzo, aprile e maggio di quest’anno gli investimenti si erano attestati a poco più di 3 miliardi di euro, mentre a gennaio e febbraio il livello era più contenuto. Su un trend così sostenuto incide, probabilmente, anche la necessità di accelerare sugli interventi relativi agli edifici unifamiliari, per i quali le detrazioni del 110% termineranno a dicembre 2022. Occorre però ribadire che mantengono un ritmo di crescita molto sostenuto anche le spese per la ristrutturazione energetica profonda dei condomini: nei primi 6 mesi del 2022 il 50% degli investimenti in Super ecobonus 110% ha riguardato gli edifici condominiali mentre poco più di un terzo della spesa è stata “assorbita” dagli edifici unifamiliari (la parte restante riguarda le unità immobiliari funzionalmente indipendenti). Questi dati consentono di affermare con chiarezza che gli incentivi dello Stato non si stanno “disperdendo” con interventi su edifici di ridotte dimensioni, come sostiene qualcuno, ma che si concentrano essenzialmente su edifici di maggiori dimensioni in centri urbani. Si mantiene elevato il livello di completamento delle opere: ad oggi il 71% dei cantieri risulta portato a termine. Il primo semestre 2022 si chiude con impegni di spesa per ben 19 miliardi di euro, superando già quanto contabilizzato nell’intero 2021 (16,2 miliardi di euro). Il Centro Studi CNI stima che questo ammontare di investimenti possa generare effetti moltiplicativi significativi sul sistema economico complessivo, attivando una domanda complessiva di beni e servizi diretta (nel comparto delle costruzioni e dei servizi di ingegneria e architettura) e indiretta (negli altri comparti) di almeno 40 miliardi di euro con un effetto occupazionale di almeno 300.000 unità di lavoro. Il gettito fiscale derivante dagli interventi con Super ecobonus 110% si stima possa attestarsi per il momento intono ai 7,7 miliardi di euro, più che compensando, per questo anno, la prima delle quattro tranche di minori entrate dello Stato derivanti dalle detrazioni al 110% del valore delle spese per lavori di efficientamento energetico. “Il Super ecobonus – afferma Armando Zambrano, Presidente del CNI – movimenta investimenti tali che è impossibile non credere che questa misura possa determinare un effetto di crescita economica pervasiva, anche al netto dei fenomeni di forte surriscaldamento dei prezzi in atto. Nei primi sei mesi di questo anno abbiamo superato il livello di spesa registrato nell’intero 2021. E’ chiaro a tutti che i termini legati al livello delle detrazioni ed alcune procedure vanno ridefiniti, ma pensare di porre fine al processo di risanamento energetico appena iniziato rappresenterebbe, a nostro avviso, un grave errore. La Commissione Europea è sempre più determinata, anche alla luce della crisi energetica in atto, a dare attuazione alla proposta di Direttiva del 2021 n. 0426 con cui si stabilirà l’obbligo per gli edifici più vetusti di effettuare un doppio salto di classe energetica più in generale di rendere più efficienti, ove possibile, gli edifici dal punto di vista del risparmio di energia per riscaldamento e raffrescamento. Desidero ricordare che in Italia il 65% degli edifici è stato costruito prima del 1977 e non può che avere livelli di dispersione termica oggi inadeguati; 2 milioni di famiglie vivono in povertà energetica. Ciò che non affronteremo oggi, dovrà essere affrontato con maggiore urgenza tra due o tre anni. Non procedere oggi a rendere stabili i bonus edilizi, anche con modifiche che li rendano meno costosi per lo Stato e con una partecipazione ai costi da parte dei cittadini, significa solo nascondere la polvere sotto il tappeto, per poi scoprire a breve di avere un nuovo problema da affrontare”. “Tra i Paesi dell’Unione Europea – afferma Giuseppe Margiotta, Presidente del Centro Studi CNI – l’Italia è all’avanguardia per aver sperimentato prima di tutti uno strumento che ha dato il via a quell’”ondata di ristrutturazioni” che proprio la Commissione Europea di appresta ad imporre ai singoli Paesi. Dal 2020 ad oggi sono stati investiti 35 miliardi di euro in Super ecobonus in Italia, ma siamo solo all’inizio di un percorso. Come tecnici siamo pienamente coscienti che lo strumento dei Superbonus va ricalibrato accentuandone il carattere di equità, capillarità e trasparenza. Per questo il Governo non dovrebbe chiedere di porre un limite temporale sic et simpliciter a questo tipo di intervento, ma studiare un meccanismo che consenta il prosieguo dell’opera di risanamento e efficientamento energetico degli edifici con minore aggravio per lo Stato ponendosi però un ambizioso obiettivo strategico. Gli organismi di rappresentanza dei professionisti dell’area tecnica, che hanno direttamente sperimentato le complessità legate ai Superbonus, sarebbero onorati di poter definire con le Istituzioni un percorso di sostanziale e più efficace ridisegno della materia legata ai Superbonus”.

In allegato una tabella riassuntiva con le elaborazioni del Centro Studi CNI.

Tabella_Super_ecobonus_110

 

 

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