Le Associazioni del mondo immobiliare e turistico bocciano la proposta Santanchè sugli affitti brevi
14 Associazioni hanno inviato oggi al Ministero del turismo a commento dell’ultima bozza di disegno di legge in materia di affitti brevi e turistici diffusa dallo stesso Ministero.
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Le Associazioni – separatamente invitate agli incontri presso il Ministero del turismo il 23 marzo e il 6 giugno 2023 – hanno elaborato congiuntamente il presente documento contenente talune osservazioni in relazione all’ultima bozza – pervenuta il 6 settembre – del testo del disegno di legge in materia di “locazioni turistiche”.
Le Associazioni scriventi ritengono che il testo diffuso sia palesemente mirato – senza alcuna ragionevole motivazione (la finalità indicata al comma 1 dell’articolo 1 non spiega alcunché) – a contrastare la locazione delle abitazioni private. Ciò, attraverso l’introduzione di un numero ingiustificato di divieti, limitazioni, requisiti e obblighi, alcuni dei quali di impossibile applicazione.
Ritengono, inoltre, che si tratti di un testo fortemente lesivo del diritto di proprietà, profondamente illiberale e in molte sue parti contrario ai principi costituzionali.
Considerano, poi, che esso determinerebbe due effetti principali: da un lato, un aumento del sommerso; dall’altro, una crescita dei prezzi delle forme di ospitalità alternative, a cominciare da quella di tipo alberghiero.
La materia trattata è la locazione, seppur breve, e non un’attività economico imprenditoriale, come invece, di fatto, si sottintende nell’articolato. Essa, quindi, ha una sua propria disciplina normativa, che consente a qualunque privato cittadino, senza alcuna distinzione (sia che sia un operaio, un libero professionista, un dipendente pubblico, un impiegato, un imprenditore/albergatore ecc.) di poter decidere liberamente come concedere in locazione il proprio o i propri immobili, sia che essi siano stati ereditati, sia che siano stati acquistati con i propri risparmi o ricorrendo ad un mutuo. Pertanto, è bene ribadire che non si tratta di un’attività economica-imprenditoriale ma dell’esercizio di un diritto costituzionalmente garantito: quello di poter dare in locazione un proprio immobile, seppur per periodi brevi, nel rispetto della normativa vigente.
Per le ragioni sopra evidenziate, il giudizio delle Associazioni scriventi sul testo diffuso – salvo che sull’art. 3 – è di assoluta contrarietà. E l’invito, conseguentemente, è a ripensarlo totalmente. In ogni caso, si riportano di seguito alcune osservazioni specifiche su singoli parti del testo.
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