Anno: XXV - Numero 196    
Venerdì 25 Ottobre 2024 ore 13:00
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Le aziende europee continuano a licenziare

La causa, le prospettive economiche stagnanti.

Le aziende europee continuano a licenziare

Le aziende europee stanno attraversando un’ondata di licenziamenti che sembra destinata a proseguire per tutto il 2024, alimentata da una serie di fattori economici sfavorevoli. Questi tagli riguardano una vasta gamma di settori, tra cui l’automobilistico, l’ingegneristico, il bancario, il tecnologico, il petrolifero e il farmaceutico, senza segni di rallentamento. La situazione economica nella regione, infatti, non sembra migliorare, spingendo le imprese a ridurre i costi del lavoro per affrontare un ambiente di mercato sempre più difficile.

Le principali cause di questa crisi includono le ripercussioni della guerra tra Russia e Ucraina, che ha influenzato pesantemente le economie europee, in particolare per quanto riguarda le forniture energetiche e le catene di approvvigionamento. A ciò si aggiungono problemi strutturali in Germania, la principale economia della zona euro, che fatica a mantenere il suo slancio industriale. La domanda dei consumatori si è inoltre indebolita a causa della politica monetaria restrittiva adottata dalla Banca Centrale Europea per contrastare la riduzione.

L’inflazione, che rimane ben al di sopra dei livelli pre-pandemia, ha eroso il potere d’acquisto delle famiglie e, di conseguenza, la domanda di beni e servizi. Le imprese, colpite dall’aumento dei costi dei prestiti a causa dei tassi d’interesse più elevati, stanno cercando di mantenere la competitività attraverso ristrutturazioni aziendali e riduzioni del personale.

I licenziamenti si sono estesi a quasi tutti i settori, ma l’impatto maggiore si registra in settori chiave dell’economia europea. Il settore automobilistico, un pilastro industriale in Europa, continua a soffrire a causa delle difficoltà nella transizione verso i veicoli elettrici e della riduzione della domanda globale. Allo stesso modo, il settore ingegneristico e quello tecnologico sono stati colpiti dalle sfide economiche globali e dall’aumento dei costi operativi.

Nell’ambito dell’industria della difesa, Airbus, colosso aerospaziale francese, ha annunciato che taglierà fino a 2.500 posti di lavoro nella sua divisione difesa e spazio entro il 2026, sottolineando le difficoltà che anche i settori considerati più strategici stanno affrontando. Nel settore dell’ingegneria, l’azienda svedese Northvolt ha confermato l’intenzione di licenziare 1.600 dipendenti per ottimizzare i costi e incrementare la capacità produttiva.

Anche il settore ferroviario non è immune, con Deutsche Bahn che ha annunciato un taglio di 30.000 posti di lavoro, pari al 9% della sua forza lavoro, mentre l’operatore di telecomunicazioni svedese Telia ha comunicato il licenziamento di 3.000 lavoratori nel corso dell’ anno.

Nel settore tecnologico, il produttore di semiconduttori tedesco Infineon ha confermato un taglio di 1.400 posti di lavoro a livello globale, con la volontà di trasferire alcune posizioni in paesi con costi di manodopera più bassi. Anche Nokia ha in programma di licenziare 350 dipendenti in Europa e 2.000 in Cina, segno che le grandi aziende tecnologiche non sono immuni alla necessità di tagliare i costi.

Il settore bancario europeo sta attraversando un periodo di ristrutturazione, con la norvegese DNB che ha annunciato il licenziamento di 500 dipendenti entro sei mesi. La banca italiana UniCredit, invece, ha raggiunto un accordo con il sindacato per ridurre volontariamente 1.000 posti di lavoro, creando al contemporaneo 500 nuove opportunità lavorative, cercando di adattarsi a un ambiente economico più difficile.

Il settore energetico particolarmente e petrolifero è stato colpito, con la compagnia Shell che ha annunciato un taglio del 20% della sua forza lavoro nella divisione petrolio e gas, una mossa che riflette la transizione energetica in atto e la proposta della domanda di combustibili fossili.

Anche il settore farmaceutico è in difficoltà: l’azienda Individor ha annunciato il licenziamento di 130 dipendenti, mentre il produttore norvegese di fertilizzanti Yara ha dichiarato che i cambiamenti nella produzione presso uno stabilimento belga potrebbero comportare la perdita di 115 posti di lavoro.

Con le prospettive economiche europee ancora incerte e una recessione che si fa sempre più probabile, i licenziamenti continueranno ad essere una realtà costante nei prossimi mesi. Le aziende, pressate dalla necessità di ridurre i costi e adattarsi a un contesto di mercato più competitivo e incerto, stanno prendendo decisioni drastiche per proteggere i propri bilanci. Tuttavia, queste misure potrebbero aggravare ulteriormente la situazione economica europea, contribuendo a una dichiarazione della fiducia dei consumatori e a un ulteriore rallentamento della crescita.

Agenparl

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