L’esercito dei liberi professionisti senza tessera e tutele
Guide turistiche, wedding planner, amministratori di condominio, osteopati, insegnanti di yoga. Ma anche consulenti aziendali, formatori e influencer.
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È il popolo dei liberi professionisti senza la tessera di un Ordine in tasca, proliferati, dal 2008 al 2020, del 95,5%. A fotografare l’escalation di quest’esercito di lavoratori autonomi riuniti in associazioni e associati alla gestione separata dell’Inps, l’indagine dell’Ufficio studi di Confcommercio illustrata a Roma nell’ambito del convegno “Professionisti protagonisti del cambiamento”.
I numeri sono davvero impressionanti. I liberi professionisti senza un ordine di riferimento sono infatti 444mila, quasi raddoppiati in dodici anni (+95,5% dal 2008 al 2020). Un risultato eccezionalmente positivo, confermato anche dal +3,6% del 2020 sul 2019, non compromesso dall’avvento del Covid che ha invece inciso significativamente nella perdita di professionisti iscritti ad Ordini e Collegi (-2,3% tra il 2008 e il 2020). Una fetta importante del mondo produttivo italiano, che ha saputo intercettare nuovi bisogni sociali ma che, però, è ancora poco tutelata. Infatti, come sottolineato dal presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, “le professioni ricadono in un limbo che non le identifica né come imprese, né come dipendenti. E, se sul reddito dei professionisti si parla di equo compenso, sul loro riconoscimento si dovrebbe parlare di pari dignità. Una dignità del lavoro che passa sempre fortemente dal tema del welfare”.
A tal proposito Sangalli ha sottolineato come “Confcommercio abbia scelto di destinare ai lavoratori autonomi e liberi professionisti una forma pensionistica di natura collettiva e di derivazione contrattuale che già c’era per i lavoratori dipendenti del terziario, con il Fondo Fon.te. Sentiamo in questo modo – ha aggiunto il presidente di Confcommercio – di aver contribuito con un altro piccolo, grande passo a quell’evoluzione del settore di cui parlavo prima. Un’evoluzione in termini di riconoscimento che appunto deve avvenire anche nella rappresentanza. Con Confcommercio Professioni, la nostra Confederazione ha imboccato una strada determinata in tal senso”.
Sul tema del welfare è intervenuto anche il Ministro del Lavoro Marina Calderone, che in un messaggio ha affermato che da parte del governo vi sarà “una risposta tempestiva”. Del resto, come osservato dall’esperto in materia di pensioni Alberto Brambilla, contribuzione discontinua e redditi scarsi incidono sull’adeguatezza delle prestazioni, perciò sarebbe opportuno valutare l’adesione a una forma di previdenza complementare. Sul fronte reddito, infatti, se da una parte quello complessivamente generato è cresciuto di quasi un terzo in dodici anni, quello pro capite si sta abbassando considerevolmente attestandosi sui 14.205 euro nel 2020 (-33,8% sul 2008, con una forte contrazione durante l’anno della pandemia, pari a circa un terzo dei guadagni). Ciò avviene non tanto perché scende il reddito dei singoli professionisti ma soprattutto a causa del tumultuoso ingresso di nuovi soggetti che naturalmente entrano con un reddito più basso rispetto alla media e che, dunque, compensano oltre misura l’eventuale crescita del reddito dei singoli professionisti nel corso del tempo. In sostanza, visto che il periodo considerato è il peggiore della storia economica per variazione del Pil pro capite, i professionisti che già stavano sul mercato registrano un reddito stagnante, mentre quelli che entrano hanno un reddito inferiore alla media. Tra le nuove professioni spiccano, come detto all’inizio, figure tipiche come amministratori di condominio, guide turistiche, optometristi, e figure emergenti, come designer, influencer, formatori, professionisti Ict, consulenti aziendali, wedding planner e welness coach.
Circa la metà della categoria (49,4%) svolge attività scientifiche e tecniche ad alta specializzazione, ma a registrare gli incrementi più forti tra il 2008 e il 2020 sono le attività complementari dei servizi alla persona, dall’istruzione (+262%) all’assistenza sociale (147%) e al tempo libero (123%). Tutti professionisti che, come sottolineato da Anna Rita Fioroni, Presidente di Confcommercio Professioni, rappresentano “il settore più dinamico dell’occupazione perché hanno un ruolo centrale e crescente con il crescere del peso dei servizi. Devono quindi essere inclusi nelle misure di sostegno ed incentivazione per la competitività e la crescita. I professionisti sono, inoltre, i principali interpreti della società della conoscenza per il valore delle competenze che apportano e per le quali occorrono sempre più chiari, univoci e trasparenti criteri di riconoscibilità in favore del mercato e a tutela del consumatore con un ruolo fondamentale delle associazioni di rappresentanza. D’altra parte – ha aggiunto Fioroni -, dato che le nuove figure professionali sono al centro dei cambiamenti nel mercato del lavoro, occorrono interventi strutturali per garantire nuove tutele e favorire la scelta di autonomia. Tra queste l’equo compenso per le prestazioni professionali anche per le professioni non ordinistiche e in particolare nei confronti della Pubblica Amministrazione. I professionisti devono essere destinatari delle agevolazioni per la transizione digitale e tecnologica ed in particolare per la formazione 4.0, oltre che essere inclusi in base alle competenze tra chi può erogarla. Con riferimento al nuovo ammortizzatore sociale per gli iscritti alla gestione separata Inps, l’Iscro introdotta in via sperimentale, va valutata l’opportunità di renderla meno onerosa e di allargare la platea dei destinatari; inoltre le politiche attive per la formazione e riqualificazione professionale devono essere rivolte anche al lavoro autonomo professionale. Per il welfare è arrivato il momento di promuovere le coperture previdenziali e sanitarie integrative rispetto a quelle offerte dal sistema pubblico mentre è positivo il percorso avviato per includere gli autonomi negli interventi adottati per il sostegno alla genitorialità, un percorso che però va rafforzato”.
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