L’inflazione in crescita mette a nudo la debolezza dell’Italia
Inflazione in crescita sia a livello mensile (0,6%) che annuale (1,5%), secondo l’Istat.
La crescita è dovuta al più che raddoppio dei prezzi energetici regolamentati (energia elettrica mercato tutelato e gas di rete per uso domestico: da 12,7 a 27,8%) e ad un minore calo degli energetici non regolamentati (carburanti per autoveicoli, lubrificanti, energia elettrica mercato libero, combustibili uso domestico: da 4,2 a 3,0%). Cresce il carrello della spesa (da +1,7% a +1,8%). Crescono meno – ma continuano a crescere – i trasporti (da 3,6 a 2,5%) e i servizi delle comunicazioni (da 1,2 a 0,9%).
Andamento che conferma quanto accaduto nei mesi passati quando l’inflazione era in calo: se i prezzi energetici (che non dipendono dalla politiche nazionali) calano, cala tutto il paniere… ridimensionati i cali, l’inflazione sale, portandosi dietro gli aumenti di tanti altri prodotti, anche se alcuni aumentano un po’ meno.
Deduzione: le politiche nazionali per il contenimento dei prezzi sono limitate quanto inefficaci e inesistenti. In Italia si galleggia rispetto alle politiche europee.
Questo mentre il governo nazionale è stato ed è in prima fila ad elogiare le proprie capacità che avrebbero portato l’inflazione a ridimensionarsi nei mesi passati. Semplicemente: non era vero!
Questi dati arrivano alla vigilia del cilone economico dei dazi Usa verso le nostre merci. Se consideriamo che in Usa inviamo oltre il 10% del nostro export (secondi solo a Germania, mentre la Francia è al terzo posto), e abbiamo un Pil sotto le aspettative e un debito pubblico alle stelle… non dovremmo stare sereni.
Al governo danno segnali di serenità perché dicono che abbiamo un rapporto privilegiato con Trump, anche se quest’ultimo non ce l’ha con l’Ue… che facciamo, usciamo dall’Unione? Oppure, come dicono alcuni bizzarri anche nel governo, ci candidiamo ad essere Paese guida dell’Ue sostituendo Germania e Francia… quando non siamo in grado, senza l’Ue (quella di Germania e Francia), di controllare e determinare l’inflazione? Suvvia!
Prima di diventare macchiette di noi stessi, crediamo che occorra un’azione energica, di tutti (governo e opposizione), per determinare le linee generali della nostra politica economica (come, per esempio, si fa quando c’è una revisione costituzionale). Occorre mettere da parte le rispettive propagande e ideologie, con al primo posto l’armonizzazione (più di quanto già non lo sia) con l’Unione Europea, senza fughe in avanti (come purtroppo fa spesso la premier Meloni verso Trump) che sono più che altro fughe verso il baratro.
L’Italia non è in grado di governare la propria inflazione. I dati Istat di oggi dicono che il nostro Paese ha bisogno dell’Ue, così come l’Unione ha bisogno di noi. Figuriamoci se l’Italia sia in grado di governare il proprio export verso gli Usa e non solo, magari in controtendenza con quanto accade nel resto dell’Unione.
Articolo di Vincenzo Donvito Maxia
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