L’Italia dei “Commissari straordinari”.
Non si governa senza fiducia nella Pubblica Amministrazione.
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Ancora un Commissario governativo, naturalmente “Straordinario”, stavolta per l’emergenza “Granchio blu”, il crostaceo”, sempre più presente lungo le nostre coste, che ha pesantemente inciso sulla vita di alcuni molluschi, come le vongole, così compromettendo molteplici attività economiche. A rivestire l’incarico è il dottor Enrico Caterino, già Prefetto di Rovigo e di Ravenna, prima del collocamento in quiescenza in servizio presso il Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica con funzioni di Vicario del Consigliere del Presidente della Repubblica Direttore dell’Ufficio per gli Affari Interni e per i Rapporti con le Autonomie. Una bella carriera, dunque, che oggi lo vede, richiamato nonostante sia in pensione (per altri il Governo ha rigidamente applicato la “legge Madia” che esclude dagli incarichi governativi magistrati e dirigenti in pensione), per un impegno straordinario richiesto dalla presenza del crostaceo che “rischia di compromettere l’intero ecosistema marino senza misure strategiche”. Con il commissario ci sarà “un salto di qualità”, riferisce l’ANSA riportando le parole del Ministro dell’agricoltura, Francesco Lollobrigida che d’intesa con il ministro dell’ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha proposto la nomina.
Alberto Mattioli, che ne ha scritto per La Stampa, ha scherzato sull’incarico dicendosi fiducioso “che il nuovo commissario prenda il granchio”, un argomento, peraltro, “serissimo”. Il granchio blu ha messo in ginocchio l’itticoltura e reso le vongole più care del caviale”.
Altri scriveranno del granchio e degli effetti sull’ecosistema nel qual sta facendo una strage di molluschi, ma a noi interessa svolgere alcune considerazioni che nulla hanno a che fare con la professionalità del neocommissario, assolutamente fuori discussione. E attengono alla scelta governativa di ricorrere a commissari straordinari per qualunque esigenza giudicata di carattere emergenziale nel nostro Paese.
Il ricorso alla nomina di un Commissario straordinario (governativo) non è nuova nella storia dell’Amministrazione italiana ma è certamente più frequente da quando al governo sono giunti personaggi con scarsa esperienza istintivamente diffidenti di una Pubblica Amministrazione che non conoscono e con la quale hanno difficoltà di dialogare. Ciò che, con molto probabilità, è dovuto anche allo spoil system, quel sistema di “rinnovamento” dei quadri dirigenziali dei vari ministeri di cui la politica si serve per “piazzare” qua e là persone di fiducia pur nella evidente consapevolezza che non siano i più adatti a quel ruolo. Così, ignorando che l’Amministrazione pubblica ha tra le sue schiere professionisti di grandi capacità organizzative, direttive e di coordinamento i Governi ritengono che la strada per soddisfare esigenze in qualche modo straordinarie sia quella di un Commissario spesso dotato di poteri extra ordinem in deroga alle regole che normalmente gli uffici devono rispettare.
Commissari, dagli interventi nelle aree colpite da avversità meteorologiche alla costruzione di strade, alle vicende di carattere sociale, con risvolti vari in aree degradate, come nel caso di Caivano. Molte decine di Commissari che la maggior parte degli italiani ignora. Commissari per le attività delle zone economiche speciali (ZES) nella maggior parti delle regioni, ma anche per il restauro e la valorizzazione dell’ex carcere borbonico dell’isola di Santo Stefano a Ventotene, per la gestione del fenomeno delle persone scomparse, per la ricostruzione nei territori dei Comuni delle Regioni di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, per le iniziative antiracket e antiusura, per il coordinamento delle attività connesse alla partecipazione dell’Italia alla Fiera del Libro di Francoforte 2024, per il superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura, per assicurare il conseguimento degli obiettivi della Missione 4, Componente 1, del PNRR relativa alla realizzazione di nuovi posti letto destinati agli studenti universitari, per la realizzazione degli interventi di recupero, rifunzionalizzazione e valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, per gli interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione dell’area di Taranto. E via discorrendo.
Naturalmente il Commissario si avvale degli uffici di varie amministrazioni e questo è vissuto dai dirigenti e dai funzionari di carriera come la prova della sfiducia nelle attività ordinarie che, ovviamente, sono capaci di far fronte alle esigenze eccezionali.
Questa sfiducia che il Governo manifesta nei confronti dei suoi funzionari è anche la riprova che gli staff governativi sono assolutamente inadeguati perché avrebbero avuto il dovere di tirare per la giacchetta i ministri proponenti indicando loro la strada giusta, quella di adeguate direttive da affidare nelle mani dei vertici della struttura statale competente, anche eventualmente fornendoli di compiti di coordinamento delle attività dirette al risultato che si attende.
Qualcuno ha scritto che lo Stato italiano è vittima della sua burocrazia, cioè di apparati che è necessario bypassare per raggiungere il risultato necessario in una situazione di emergenza. “Conoscere per deliberare”, diceva Luigi Einaudi, con un’espressione che significa appunto che per decidere bene è necessario conoscere di cosa si parla. Rispettando le sue indicazioni certamente il numero dei Commissari straordinari sarebbe abbattuto e l’Amministrazione potrebbe sentire l’orgoglio di servire lo Stato in prima persona.
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