Medici e infermieri bloccati a casa, ospedali a rischio paralisi
Tra positivi al Covid o in quarantena per un contatto, sono 25 mila quelli che non riescono a lavorare: «Non riusciamo più a garantire l’assistenza, servono nuove regole e screening costante»
Più che per l’aumento dei ricoveri gli ospedali stanno collassando per carenza di personale in quarantena. Quella che il decreto “salva Italia” del marzo 2020 aveva sospeso per i sanitari che hanno avuto un contatto stretto con un positivo, ma che ora ritorna dalla finestra perché comunque fino all’esito negativo di un tampone molecolare rinchiusi in casa bisogna stare.
Si menzionano i sanitari malati, i positivi ma sani, le quarantene, ma non si parla di quelli sani ma sospesi o licenziati perché non vaccinati. Questi ultimi non fanno numero.
Ed è così in tutto il mondo, non solo qui. E non solo nella sanità.
Sono i risultati di tagli al personale, degli staff ridotti al minimo necessario che poi appena un paio se ne stanno a casa malati, gli altri devono correre.
Idem in altre aziende private.
Mal comune, mezzo gaudio.
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