Niente indagini sugli agenti che sparano per lavoro
L'indagine nei confronti del Carabiniere che ha sparato contro il giovane che aveva ferito alcune persone con un coltello ha scatenato le proteste della maggioranza.
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La tesi che l’inchiesta dei confronti del carabiniere Luciano Masini sia un atto dovuto, che non avrà conseguenze penali nei suoi confronti e che è utile principalmente a fare l’autopsia sul corpo di Muhammad Sitta, l’accoltellatore di Villa Verucchio, non convince del tutto il centrodestra. Che pensa, con Fratelli d’Italia in prima fila, a cambiare la legge che consente di indagare un componente delle forze dell’ordine che spara durante il suo lavoro, per fermare qualcuno che sta compiendo un reato. In previsione di una proposta di legge, FdI sta valutando già almeno un paio di opzioni. Che, specifica ad HuffPost Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera che aveva anticipato la volontà di cambiare le norma a Qn, saranno prima “condivise con i sindacati delle forze di polizia”.
La maggioranza si è schierata in blocco dalla parte del Carabiniere che ha sparato vari colpi di pistola per fermare il giovane di origini egiziane che aveva accoltellato delle persone la notte di Capodanno e minacciava di ferirne altre. I primi colpi sono stati sparati verso il suolo, come avvertimento, gli ultimi – visto che Sitta non si fermava – lo hanno colpito, uccidendolo. Da qui è partita l’inchiesta, rispetto alla quale vari esponenti di Lega e FdI hanno aggrottato la fronte. “Ho qualche dubbio che, anche a legislazione vigente, fosse così doverosa l’inchiesta”, premette Bignami, sostenendo che Masini altro non ha fatto che usare legittimamente le armi.
Ma come fare per cambiare la legge? FdI valuta due ritocchi alla normativa penale. Uno relativamente semplice, l’altro più complesso: “Si potrebbe – suggerisce Bignami – ritoccare l’articolo 53 del codice penale, che disciplina l’uso legittimo delle armi, allargando la scriminante”. Allargando, cioè, i casi in cui chi utilizza legittimamente sul lavoro le armi per impedire che qualcuno commetta un reato non può essere perseguito penalmente. C’è, però, un altro punto che secondo Bignami è indifferibile. “Ci sono degli atti – spiega ancora il parlamentare, che è anche avvocato – come l’autopsia, o altri accertamenti, che vanno fatti nel contraddittorio delle parti ed è anche per questo che, in casi come quello di cui parliamo, viene indagato il Carabiniere o l’agente che ha sparato. Stiamo valutando, dunque, di trovare per far sì che non sia il singolo Carabiniere o il singolo poliziotto a dover essere parte del giudizio (come indagato in questo caso, ndr), ma che ci sia un’interposizione del corpo d’appartenenza. Dell’Arma, o della Polizia”. In altri termini, non sarebbe chiamato in causa, per atto dovuto, il soggetto che ha sparato, ma tutto il suo corpo d’appartenenza. Un modo per tutelare il singolo dalle inchieste. Il progetto è un po’ difficile da realizzare perché, come precisa lo stesso Bignami, “la responsabilità penale è personale”. Allo stesso tempo, però, secondo il capogruppo di FdI, una modifica del genere avrebbe senso perché “spesso gli accertamenti sulla vittima vengono fatti per motivi civilistici”, come il risarcimento dei danni. E questi motivi sarebbero comunque salvaguardati.
Bignami auspica di trovare una (difficile) convergenza con le opposizioni sul punto: “Sarebbe utile trovare la condivisione più ampia possibile, per minimizzare le polemiche”. L’opposizione, però, ha una visione della sicurezza antitetica rispetto a quella della maggioranza ed è realistico ipotizzare che non farà da sponda.
Fratelli d’Italia, intanto, ha annunciato in tutto il Paese iniziative di vicinanza alle forze dell’ordine. Il partito, dice Giovanni Donzelli, “ha deciso di rinnovare una volta di più il proprio sostegno alle forze dell’ordine, per le continue aggressioni che subiscono, come nel caso degli insulti subiti dai gruppi di stranieri a Capodanno a Milano, e quando mettono a rischio la propria vita per difendere la sicurezza dei cittadini, come accaduto recentemente a Rimini”. La competizione a destra tra Lega e FdI sui temi della sicurezza è ricominciata.
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