Obbligo vaccinale, ricorsi respinti dei sanitari no vax: i 3 dipendenti dell’Azienda contestavano la sospensione
A marzo davanti al Tar il maxi ricorso presentato da circa 200 sanitari trentini: sono medici, dentisti e infermieri che chiedono di annullare l’obbligo vaccinale
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I primi ricorsi no vax e no green pass approdati davanti ai tribunali di Trento e Rovereto sono favorevoli all’Azienda sanitaria. Tre procedimenti, diversi ma accomunati dal toccare un nervo sensibile come il vaccino contro il Covid 19, sono stati tutti respinti dai giudici. Con ricorso notificato all’Azienda per i servizi sanitari – si legge su una delibera della stessa Apss – in data 9 novembre 2021 gli avvocati (omissis) del foro di Trento che agiscono in nome e per conto di P. L. hanno presentato ricorso ex articolo 700 (cioè la procedura d’urgenza) davanti al giudice unico del lavoro di Trento.
«Con il suddetto atto – precisa la delibera – la ricorrente chiede al giudice di accertare l’illegittimità dell’atto di conferma della sospensione per inadempienza all’obbligo vaccinale emesso dall’Apss nei suoi confronti mediante l’immediato reintegro nella pienezza delle sua funzioni lavorative e nel diritto alla retribuzione». Secondo l’Azienda sanitaria «le motivazioni espresse nel ricorso appaiono infondate, sia in fatto che in diritto, e l’operato dell’amministrazione appare svolta in maniera corretta».
La difesa è stata affidata agli avvocati del Servizio legale della stessa Apss. In questo procedimento i legali della ricorrente sostenevano che, contrariamente a quanto indicato dal decreto legge che aveva introdotto l’obbligo vaccinale per le professioni sanitarie, non era stato neppure valutata la possibilità di ricollocamento della dipendente a mansioni che non richiedessero l’obbligo vaccinale. Il giudice però, sebbene presso altri tribunali siano stati accolti ricorsi simili, ha respinto la richiesta della dipendente.
Esiti analoghi hanno avuto altri due ricorsi presentati da altrettanti dipendenti dell’Apss non vaccinati che chiedevano l’annullamento della sospensione dal lavoro disposto nei loro confronti. Si tratta di un’ostetrica e di un operatore socio sanitario che avevano presentato ricorso l’autunno scorso, ma le loro istanze sono state rigettate, con la condanna al pagamento anche delle spese processuali.
Ricorsi in questa materia sono ancora pendenti davanti alla giustizia amministrativa: circa 200 sanitari trentini – medici, infermieri, dentisti ma anche inservienti delle pulizie – hanno promosso un unico corposo ricorso al Tar per chiedere l’annullamento della norma che nell’aprile scorso ha introdotto la vaccinazione obbligatoria per chi lavora in ambito sanitario. Il ricorso è stato curato dal professor Daniele Granara, docente di diritto costituzionale all’Università di Genova e autore di altri ricorsi analoghi davanti ai Tar in Liguria, Lombardia, Piemonte. A Trento l’udienza di merito si terrà a marzo
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