Anno: XXV - Numero 214    
Giovedì 21 Novembre 2024 ore 13:20
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Piacenza. PalbancaEventi gremito per la presentazione dell’ultima fatica editoriale di Mauro Molinaroli.

Nei racconti delle storie dei campioni piacentini un toccante affresco del ruolo educativo dello sport.

Piacenza. PalbancaEventi gremito per la presentazione dell’ultima fatica editoriale di Mauro Molinaroli.

«Spero che questo libro sia utile anche alle future generazioni». Così il giornalista e scrittore Mauro Molinaroli ha concluso la partecipatissima presentazione della sua ultima fatica editoriale “Storie di sport – Campioni e protagonisti piacentini dal Novecento ad oggi” (Edizioni MM), dove l’autore racconta – attraverso le storie di oltre sessanta atleti – anche il ruolo che lo sport ha e ha avuto nello sviluppo della nostra città, sotto tutti i punti di vista: sociale, economico, culturale, educativo.

In una gremita Sala Panini del PalabancaEventi gentilmente concessa dalla Banca di Piacenza (con Sala Verdi videocollegata), la serata aveva preso avvio con i saluti introduttivi del presidente dell’Istituto di credito di via Mazzini Giuseppe Nenna e dell’assessore alla Sport del Comune di Piacenza Mario Dadati, che si è detto onorato che suo padre (Melchiorre, tra i fondatori dei Lyons dopo una carriera da giocatore nel Piacenza Rugby) fosse tra i protagonisti del volume. E con gli interventi del presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Roberto Reggi («Abbiamo volentieri sostenuto questa bella iniziativa editoriale, perché i ritratti di Mauro, che trasmette emozioni in tutto quello che fa, ci fanno capire come lo sport educhi alla vita»), del direttore tecnico del Piacenza Calcio Totò De Vitis («Con Mauro c’è una conoscenza di vecchia data e la mia storia la sapeva benissimo e benissimo l’ha raccontata»), del tecnico della Nazionale Assoluta di Spada Alessandro Bossalini («Sono orgoglioso di essere in mezzo a tanti campioni. Ho sempre seguito lo sport anche da tifoso, per esempio del Piacenza, e attraverso il Circolo Pettorelli cerco di trasmette i valori che la scherma riesce a dare a chi la pratica. La lettura di questo libro appassiona, perché le vicende sportive si intrecciano con il contesto socio-culturale e con la storia di Piacenza»).

Sollecitato dalle domande del caposervizio della redazione sportiva del quotidiano Libertà Giorgio Lambri (che ha sottolineato come Molinaroli sia riuscito «a pizzicare le corde del cuore raccontando le storie e il sogno dei campioni dello sport piacentino emozionando senza essere mieloso»), l’autore ha illustrato i contenuti della pubblicazione spiegando che il suo scopo era quello «di entrare nel cuore, nell’anima dei singoli personaggi». Come Rodolfo Betta «il primo piacentino a partecipare al Tour de France nel 1926 senza avere una squadra» e come Bruno Zanolla, indimenticato centravanti del Piacenza di Gibì Fabbri (1975, anno della seconda promozione in B per i biancorossi, con l’attaccante friulano capocannoniere con 23 reti) presente in sala: «Nell’ultima giornata di quel campionato di serie C – ha raccontato Molinaroli – nel giorno della partita andò a visitare il Pascoli, una scuola che oggi non c’è più, poi si mangiò un panino e in campo segnò una tripletta…». L’autore ha poi accennato alle storie di Pino Dordoni «il campione olimpionico della maratona di Helsinki, nel 1952, un successo che rappresentò il riscatto di Piacenza dopo la guerra»), di Alberto Galandini («capitano dai piedi buoni del Piacenza di Loschi, l’immagine della ripresa e del boom economico»), di Enzo Boiardi («un operaio con la corsa nel cuore che decise, la sera del 16 ottobre del 1971 alla Galleana, di battere il record di chilometri percorsi in 24 ore: ne fece 211, la distanza che c’è tra Piacenza e Trento»), di Leonardo Garilli («che ha portato il Piacenza in serie A»), di Astutillo Malgioglio («portiere dell’Inter e della Lazio, campione soprattutto nella vita, che ha interamente dedicato ad aiutare le persone più sfortunate»), di Carlo Baldini («uno dei pionieri del volley piacentino»), di Beppe Gabbiani, presente anche lui tra il pubblico («Cavallo pazzo, pilota di Formula 1 che ha vissuto anche la vita come una folle corsa»), per chiudere con Sandro Puppo («calciatore e allenatore che suonava il pianoforte, la solitudine di un genio») e con Vigor Bovolenta («un grande pallavolista che ci ha lasciato troppo presto»). L’autore ha quindi salutato anche altri campioni presenti in sala e protagonisti del libro: Felice Secondini, Saba Amendolara, Giancarlo Perini e Ippolito Sanfratello, chiamato al tavolo a raccontare la sua impresa del 2006, quando alle Olimpiadi invernali di Torino vinse la medaglia d’oro nel pattinaggio su ghiaccio, con i piacentini tutti incollati davanti alla Tv ad assistere a un sogno che diventava realtà.

 

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