Sale a 172 l'elenco dei medici morti dall'inizio della pandemia
Sono trentamila gli operatori sanitari che si sono ammalati fino a ora, e molti di loro non avranno diritto a un indennizzo
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L’elenco dei medici uccisi dal Covid-19 in Italia continua ad allungarsi: il bilancio aggiornato oggi è salito a 172 vittime. A stilarlo è la Federazione nazionale Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo). L’ultimo nome censito è quello di Josef Leitner, un medico di medicina generale in pensione morto il 12 aprile, il suo decesso era sfuggito all’elenco delle vittime del Covid in camice bianco. Nei giorni scorsi altri due medici erano stati inseriti nell’elenco: Paolo Paoluzi, gastroenterologo ed endoscopista in pensione, e Fiorlorenzo Azzola, medico e direttore sanitario di Rsa.
Gli operatori sanitari sono stata la categoria professionale più esposta al Covid. Tra medici, infermieri e altre professioni sanitarie, sono quasi 30.000 quelli che sono stati contagiati dal nuovo coronavirus in Italia, pari al 12% dei casi totali dall’inizio della pandemia, secondo un’analisi della Fondazione Gimbe. Pur avendo pagato in prima persona e in alcuni casi con la vita, però, molti di loro risultano ora esclusi dai risarcimenti assicurativi per i danni subiti.
Fino al 30 giugno risultavano contaiati 29.476 operatori sanitari, pari al 12,3% dei 240.578 casi totali in Italia. Una percentuale altissima e in crescita: se si guarda solo ai mesi di maggio e giugno, infatti sono stati identificati 7.600 positivi al Sars-Cov-2, che corrispondono al 26,5% dei 28.640 nuovi positivi per lo stesso periodo. Tra i sanitari contagiati, il 47% sono infermieri e ostetrici, il 22% medici (prevalentemente ospedalieri) mentre il resto svolge altre professioni.
La stragrande maggioranza si concentra in Lombardia seguita da Emilia-Romagna e Veneto. Molti dei medici uccisi dal virus, inoltre, e in particolare quelli della medicina del territorio, non hanno diritto al risarcimento d’infortunio sul lavoro in caso di contagio da Covid 19. “L’Inail deve ammettere che in questi mesi i medici di famiglia hanno subìto veri e propri infortuni sul lavoro a causa del contagio trasmesso dai loro pazienti”, commenta il segretario del Sindacato Medici Italiani (Smi) Pina Ontori, e “il riconoscimento dell’infortunio deve essere previsto anche dalle assicurazioni private, che al pari dell’istituto pubblico, non presumono questa copertura”.
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