Anno: XXV - Numero 238    
Lunedì 30 Dicembre 2024 ore 13:45
Resta aggiornato:

Home » Sciopero 20 maggio per la pace nel mondo… perché ‘sciopero’?

Sciopero 20 maggio per la pace nel mondo… perché ‘sciopero’?

Venerdì 20 maggio è previsto sciopero nazionale. Contrarietà all’invio di armi in Ucraina, si chiede anche aumento spese sociali e salari, ripristino scala mobile e reddito per tutti (1). Sciopero anche in Rai.

Sciopero 20 maggio per la pace nel mondo… perché ‘sciopero’?

Insomma, si sciopera per la pace nel mondo, in versione continente europeo sotto il giogo americano e, per non essere da meno, si aggiungono alcune rivendicazioni tipiche della generiche utopie che, una volta, venivano chiamate comuniste.

Le motivazioni contro la guerra sono tipiche di alcuni cosiddetti pacifisti, con filo-putiniani a tutti gli effetti, mistici dell’immolazione all’invasore e violentatore, teorici del disarmo unilaterale e “bastian contrari” (2) a tutto ciò che sappia di istituzioni.

Ci sono anche queste persone, neanche tanto marginali in Italia a differenza di altri paesi Ue (3), ed è bene e necessario che si facciano sentire. Abbiamo necessità di confrontarci e capire e – sperando che lo capiscano anche loro – questo è possibile perché non abbiamo (al momento) un invasore sui nostri territori che ce lo impedisca. E sperando che questa comprensione e confronto non si limiti a urla, baggianate e falsità che spesso vengono propinate da media più interessati ad audience e conseguenti introiti pubblicitari, che non a svolgere servizio di informazione (Rai inclusa).

Abbiamo dubbi che per confrontarsi sia necessario lo sciopero e i conseguenti disagi anche per chi non ne vorrebbe essere coinvolto, o magari subisce disagi perché svolge un lavoro che non può mai essere fermato, nonché per consumatori e utenti più in generale. Ma sembra che  per alcuni le espressioni motivazionali, culturali ed economiche (4) si possano esprimere solo in questo modo, costringendo chiunque a subirne le conseguenze.

Assemblee cittadine, di quartiere, di condominio, di strada, magari con richiami culturali e di intrattenimento, in cui confrontarsi; media a disposizione (Rai soprattutto, nazionale e regionali) che mettano da parte i loro problemi di budget e si dedichino a questo servizio pubblico… roba da alieni?

E il giorno dopo il 20 maggio avremo quelli già convinti che saranno più convinti, quelli disinteressati o non-convinti che continueranno ad essere tali e, una piccola ma non insignificante parte, di chi, per aver subito le conseguenze dello sciopero, sarà meno disponibile ad ascoltare con serenità e razionalità le motivazioni degli organizzatori dei disagi che uno sciopero, innegabilmente, porta con sé.

Per essere più chiari. Se uno sciopera contro un’ingiustizia creando problemi direttamente all’autore di questa presunta ingiustizia e non altri, fa bene. Ma il 20 maggio lo sciopero è per la pace nel mondo… e, essendo sciopero e non manifestazione, presenta tutti i problemi pratici connessi ad uno sciopero.

1 – qui la piattaforma e l’elenco delle organizzazioni che vi partecipano:

https://www.cub.it/index.php/192-notizie/in-evidenza/15029-sciopero-generale-e-sociale-20-maggio-aderisci-anche-tu

2 – tipici i no-vax, no-greenpass che – nuova occasione – continuano la loro mobilitazione “contro”.

3 – tranne Ungheria, dove sembra che siano maggioranza, e Francia dove sono perlomeno quel 40% e rotti che ha votato Le Pen alle ultime presidenziali.

4 – anche se in questo caso le motivazioni economiche sembrano aggiunte come una sorta di riempitivo… “perché siamo lavoratori e una qualche ragione per assentarci al lavoro va trovata”…. visto che innegabilmente il motivo è la pace nel mondo

François-Marie Arouet – Aduc

 

© Riproduzione riservata

Iscriviti alla newsletter!Ricevi gli aggiornamenti settimanali delle notizie più importanti tra cui: articoli, video, eventi, corsi di formazione e libri inerenti la tua professione.

ISCRIVITI

Altre Notizie della sezione

Disservizio sanitario nazionale

Disservizio sanitario nazionale

30 Dicembre 2024

Secondo il Cnel nel 2023 in Italia 4,5 milioni di persone hanno rinunciato a curarsi per problemi economici, lunghe liste di attesa o difficoltà a raggiungere ospedali o ambulatori.

Archivio sezione

Commenti


×

Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.