Scudo anti-spread, arriva lo strumento della Bce contro inflazione e speculazione dei mercati.
Il Consiglio direttivo ha deciso che applicherà flessibilità nel reinvestimento dei rimborsi in scadenza nel portafoglio Pepp e ha incaricato gli uffici tecnici di «accelerare il completamento di un nuovo strumento anti-frammentazione»
Il Consiglio direttivo della Bce, dopo la riunione d’emergenza per l’allarme spread, ha incaricato gli uffici tecnici di «accelerare il completamento di un nuovo strumento anti-frammentazione». La Bce «applicherà flessibilità nel reinvestimento dei rimborsi in scadenza. Nel portafoglio Pepp, al fine di preservare il funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria, condizione preliminare affinchè la Bce sia in grado di realizzare i suoi mandato di stabilità dei prezzi», si legge in una nota diffusa dalla banca centrale. «Inoltre, il Consiglio direttivo ha deciso di conferire mandato ai pertinenti Comitati dell’Eurosistema insieme ai servizi della Bce per accelerare il completamento della progettazione di un nuovo strumento anti-frammentazione all’esame del Consiglio direttivo».
Nella nota si ricorda come da quando il graduale processo di normalizzazione delle politiche è stato avviato nel dicembre 2021, il Consiglio direttivo si è impegnato ad agire contro i rischi di recrudescenza della frammentazione. «La pandemia ha lasciato vulnerabilità durature nell’economia dell’area dell’euro che stanno effettivamente contribuendo alla trasmissione non uniforme della normalizzazione della nostra politica monetaria tra le giurisdizioni». Sulla base di tale valutazione, il Consiglio direttivo ha pertanto deciso che applicherà flessibilità nel reinvestimento dei rimborsi in scadenza nel portafoglio Pepp e al contempo ha dato mandato ai pertinenti Comitati dell’Eurosistema insieme ai servizi della Bce di accelerare il completamento della progettazione di un nuovo strumento anti-frammentazione all’esame dello stesso Consiglio direttivo.
Il messaggio «principale» del comunicato della Bce è che «in questa fase di normalizzazione» messa in campo «per raggiungere gli obiettivi dell’inflazione, noi potremmo trovare sulla nostra strada una iper-reazione dei mercati» e ciò «potrebbe impedirci di fare la nostra politica monetaria, di aggiustare la nostra linea» monetaria. Lo ha detto Fabio Panetta, componente del Comitato esecutivo della Bce, intervenendo alla commissione Econ del Pe. «Una cosa de essere molto chiara»: lo scudo anti-frammentazione «non impedisce la nostra politica monetaria ma è condizione necessaria per portare l’inflazione di nuovo al 2%», ha aggiunto. L’intervento della Bce per contrastare i rischi di frammentazione dei mercati finanziari dell’Eurozona e per limitare l’allargamento degli spread ha spinto al rialzo le Borse europee dopo sei sedute consecutive in rosso. L’Eurotower, al termine di un vertice ad hoc, ha annunciato che ‘applicherà flessibilità nel reinvestimento dei rimborsi in scadenza nel portafoglio Pepp’, nonchè di voler accelerare ‘il completamento della progettazione di un nuovo strumento anti-frammentazione all’esame del Consiglio direttivò. I listini hanno così al momento messo in secondo piano i timori legati alla stretta di politica monetaria nel giorno in cui si attende che la Fed alzi i tassi di interesse di 75 punti base, l’incremento più marcato dal 1994. A Piazza Affari il Ftse Mib ha chiuso in progresso del 2,87% – il risultato migliore in Europa – grazie anche a uno spread sceso fino a a 210 punti base, prima di riportarsi a 227 (dai 250 della vigilia). A mettersi in luce è stato in primo luogo il settore finanziario, con Finecobank a +6,72% e Intesa Sanpaolo a +4,6%. Bene anche Pirelli (+4,93%). In coda i titoli dell’energia, che hanno sofferto la debolezza del prezzo del petrolio dopo l’aumento a sorpresa delle riserve americane: Tenaris ha perso il 2,98% e Saipem il 5,41%. Sul mercato dei cambi, l’euro chiude a 1,0404 dollari da 1,0417 ieri, al termine di una seduta in cui si era spinto fino a 1,0508. La moneta unica vale anche 139,97 yen (140,54), mentre il rapporto dollaro/yen è a 134,52 (134,9). In calo, come detto, il prezzo del petrolio: il future luglio sul Wti cede lo 0,87% a 117,89 dollari al barile, mentre la consegna agosto sul Brent è in calo dello 0,35% a 120,75 dollari. Balzo del 21% a 117,5 euro al megawattora per il prezzo del gas naturale dopo che il colosso russo Gazprom ha annunciato il taglio di un altro 33% delle consegne all’Europa tramite il gasdotto Nord Stream.
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