Slitta al 2025 il nuovo tariffario per specialistica e protesica. Il decreto in Gazzetta
Slittano le nuove tariffe di esami di laboratorio e diagnostica strumentale, e quelle delle visite specialistiche e degli interventi ambulatoriali. Il nuovo nomenclatore che riporta i rimborsi del Servizio sanitario nazionale per le prestazioni specialistiche e di protesica entrerà in vigore nel 2025.
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È definitivo: slittano al 2025 le nuove tariffe di esami di laboratorio e diagnostica strumentale, e quelle delle visite specialistiche e degli interventi ambulatoriali. Il nuovo nomenclatore che riporta i rimborsi del Servizio sanitario nazionale per le prestazioni specialistiche e di protesica entrerà in vigore nel 2025, se non ci saranno altri ritardi. Analogo slittamento è stato disposto nel Milleproroghe un mese fa per i nuovi livelli essenziali di assistenza (Lea) che procedono in parallelo. La notizia era nell’aria dalla fine dello scorso marzo ma adesso è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale, serie generale n.101 del 2 maggio, il decreto di rinvio. Le nuove tariffe sono un passo necessario per rendere effettiva l’applicazione dei nuovi Lea che, operativi dal 2008 ed aggiornati nel 2017, sono stati definitivamente approvati nel 2023 e dovevano anch’essi entrare in vigore da quest’anno. Il dispositivo nuove tariffe-nuovi diritti, nei fatti si è scontrato con l’eccessivo ribasso richiesto ai rimborsi di alcune prestazioni, che avrebbe reso impossibile l’erogazione di esami di enorme impatto ed importanza – dal pap test alla colonscopia fino alle visite oculistiche – per molti “player” pubblici e privati. Stavano già partendo ricorsi al Tar, e tra l’altro molti medici specialisti avrebbero visto ridursi le spettanze – che sono parte della tariffa – in modo insostenibile.
In effetti il nuovo nomenclatore avrebbe offerto una chance ulteriore di contenimento dei costi rispetto ai conti del Decreto sui Lea. Nel 2017 fu fatto un calcolo di quanto sarebbero costati i nuovi livelli di assistenza: 2.108 prestazioni garantite rispetto alle 1702 della versione ante-2017. Dei 3 miliardi di euro circa rimborsati dal Servizio sanitario nazionale per tutte le prestazioni specialistiche da erogare, pesate per fabbisogno e sommate, le nuove prestazioni generavano una spesa di 770 milioni. Quella spesa in realtà nelle regioni più ricche veniva già sostenuta e molte delle prestazioni che da quest’anno si intendevano garantire già erano erogate. Tra 2021 e 2022 furono trovate le risorse che servivano a completare il quadro a livello nazionale. La Finanziaria del governo Draghi nel 2022 (legge 234/21 comma 288) stanziò 200 milioni per concorrere a sostenere la spesa che l’anno dopo sono saliti a 402 milioni. Dal 2022 il finanziamento aggiuntivo per sostenere i Lea, sulla quota indistinta de fabbisogno sanitario, è appunto 200 milioni annui. A fine 2022 però molte Regioni, reduci dai passivi sostenuti per far fronte alla pandemia di Covid-19, hanno contestato la necessità di disporre di altre risorse. Fra tira e molla (e si ricorderà il “no” definitivo della Campania) si è arrivati ad una quadra lo scorso anno. Nelle nuove prestazioni, tra specialistica e protesica, troviamo dai pannelli per gli screening neonatali, alla procreazione medicalmente assistita, dalla diagnosi e monitoraggio della celiachia, agli ausili informatici e di comunicazione per disabili, dall’adroterapia agli esoscheletri robotizzati per la riabilitazione motoria.
In parallelo, è arrivato il nuovo tariffario e quest’anno molti erogatori si sono accorti dei rimborsi “assottigliati” rispetto alla precedente revisione del 2012 (che aveva dato più slancio ai tariffari regionali). Di fronte al documento, a inizio anno, in conferenza un cospicuo numero di regioni ha chiesto una proroga, “così da valutare una più ampia revisione delle tariffe ed una graduale transizione al nuovo tariffario”. Sulla citata richiesta, poi avallata da tutte le regioni (anche quelle che hanno risorse per offrire remunerazioni più alte ai laboratori ed agli ambulatori specialistici per la produzione delle prestazioni inserite nei Lea) si sono pronunciati positivamente il Ministero della Salute e quello dell’Economia. Di qui il decreto di rinvio al 2025.
Sanità 33
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