Anno: XXVI - Numero 75    
Mercoledì 16 Aprile 2025 ore 14:30
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Superbonus & co sono arrivati al traguardo

Per gli interventi eseguiti dalle persone fisiche sulle singole unità immobiliari, la detrazione maggiorata del 110% sarà fruibile anche per le spese sostenute fino al 31/12/2022 ma a condizione che, alla data del 30/9/2021, risulti presentata la comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila) o siano avviati gli adempimenti amministrativi per la demolizione e/o ricostruzione o il contribuente sia in possesso di un Isee non superiore a 25 mila euro.

Superbonus & co sono arrivati al traguardo

Conferma dei bonus ordinari e riduzione, anche modulata, del 110% per i condomini e per le persone fisiche proprietarie di edifici fino a quattro unità e per il bonus facciate che passa dal 90% al 60%, limitatamente al 2022. Questa, in estrema sintesi, la situazione relativa alle proroghe delle agevolazioni previste per gli interventi edili sugli immobili previsti dalla legge di bilancio 2022 approvata in sede di consiglio di ministri lo scorso 28 ottobre.

Per gli interventi eseguiti sull’abitazione principale dalle persone fisiche, di cui alla lett. b), del comma 9 dell’art. 119, la detrazione del 110% spetta per le spese sostenute fino al 31/12/2022, sempre se il contribuente è in possesso di un Isee sotto i 25 mila euro mentre, per gli interventi eseguiti dagli Istituti autonomi case popolari (Iacp) o similari e dalle cooperative (lett. c e d, comma 9), il 110% sarà fruibile per le spese sostenute entro il 31/12/2023; in tal caso i lavori devono essere già ultimati per il 60% alla data del 30/06/2023.

I bonus ordinari (risparmio energetico, sismabonus e ristrutturazione) sono prorogati fino al 31/12/2024 nelle note percentuali maggiorate (50%, 65% e 70% o 80%, 75% o 85%), mentre la detrazione Irpef/Ires fruibile per le spese documentate e sostenute nel 2022, a prescindere dalla data di inizio dei lavori, per gli interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna, degli edifici ubicati in zona A o B, ai sensi del dm 1444/1968, scende dal 90% al 60%.

Per l’acquisto di mobili e di elettrodomestici, in possesso di determinate caratteristiche, finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione, spetta una detrazione Irpef del 50%, ai sensi del comma 2, dell’art. 16 del dl 63/2013, calcolata su un importo massimo di spesa pari a 10 mila euro fino al 31/12/2020 e di euro 16 mila euro dall’1/01/2021 (importo elevato dalla lett. b, comma 58, dell’art. della legge 178/2020) indipendentemente dall’ammontare delle spese sostenute per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio; il limite è riferibile alla singola unità immobiliare, comprensiva delle pertinenze, o alla parte comune dell’edificio oggetto dei lavori edilizi, prescindendo dal numero dei contribuenti che partecipano alla spesa (Agenzia delle Entrate, circolare 29/E/2013).

Nel provvedimento in commento, la detrazione rimane fissata nella misura indicata (50%) ma, sebbene applicabile per le spese sostenute nel triennio 2022/2024, la stessa si rende applicabile su un ammontare complessivo non superiore a 5 mila euro; la detrazione spetta, anche in questo caso, a condizione che gli interventi di recupero siano prossimi all’acquisto e, qualora, gli interventi di ristrutturazione siano eseguiti nell’anno precedente a quello dell’acquisto o siano iniziati nell’anno precedente a quello dell’acquisto e proseguiti in detto anno, la soglia dei 5 mila euro deve essere considerata al netto delle spese sostenute nell’anno precedente per i quali si è fruito della detrazione.

Infine, per i pagamenti effettuati negli anni dal 2021 al 2024, è possibile beneficiare anche della detrazione del 36% per le spese documentate e relative agli interventi, anche se eseguiti sulle parti comuni condominiali, di cui agli articoli 1117 e 1117-bis c.c., riguardanti la sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi e la realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili (bonus verde).

Per il presidente di Inarsind Carmelo Russo, le riduzioni previste a scalare fino al 75% entro  fine 2025 produrranno di fatto lo stop delle iniziative. “Il sistema dei bonus in edilizia,  così come modificato dall’art. 8 della legge di bilancio,  appare destinato a deludere le aspettative di una consistente platea di cittadini, tecnici e imprese del settore. È assai probabile, infatti, che le riduzioni previste a scalare fino al 75% entro il 31 dicembre 2025 produrranno un effettivo stop delle iniziative programmate, destinato a ripercuotersi come danno autentico sull’attività di progettazione, propedeutica ad ogni realizzazione”.

.Russo chiede quindi un deciso cambiamento di impostazione. L’Inarsind, l’Associazione di rappresentanza degli ingegneri e architetti liberi professionisti che attraverso le parole del suo presidente, afferma: “Anche le imprese, tra cui molte hanno ultimamente concentrato la loro attività sul settore dei bonus in edilizia, rischiano di avere impiegato inutilmente le loro risorse, tralasciando altri tipi di commesse che non saranno rimaste certo ad aspettarle. Le proroghe previste per le persone fisiche al 31 dicembre 2022 rischiano di apparire poco praticabili, quando non essere interpretate come autentiche beffe: sia perché condizionate all’abitazione principale ed al possesso di un Isee di 25000 euro (veramente basso con sicure problematiche da parte degli Istituti finanziari a procedere con la cessione del credito), che ad avere avviato le relative formalità al 31 settembre 2021. Sono requisiti destinati, entrambi, ad escludere una gran parte della possibile platea (si consideri anche che l’Isee è familiare) che, di contro,  non potrà nemmeno contare sullo sconto in fattura o la cessione del credito per i bonus per efficienza energetica e per ristrutturazioni.”

E poi, sostiene ancora Inarsind, “si sarebbe dovuto, e questo come da tempo reclamato, adottare un vero testo unico delle norme, mentre ancor oggi la loro lettura risulta impossibile senza coprire il tavolo dei precedenti richiamati, peraltro come già modificati. A fronte della consistente attivazione degli investimenti e  dell’occupazione prodotti dai bonus in edilizia, evidenziata da autorevoli studi, bisognerebbe dare certezza del loro mantenimento almeno per un arco temporale di tre anni da oggi”.

 “Non si tratta  – conclude il presidente Russo – di cedere all’italica consuetudine delle proroghe, ma di riconoscere  tutte le reali difficoltà a cui è andata incontro finora l’applicazione della norma: la necessità di ricorrere a mille e più chiarimenti, spesso in contraddizione tra loro, poi l’impossibilità di reperire sul mercato i materiali anche per gli aumenti di costo a cui gli stessi sono stati sottoposti con la difficoltà del mercato a far fronte alla domanda, che ha riguardato ogni settore: imprese, lavoratori, professionisti e credito”

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