Toscana, libere professioni settore in crescita ma in cerca di rilancio
Libera professione volano del sistema economico toscano, ma anche in questo settore, in crescita, non mancano perplessità e ombre.
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È questa la fotografia che ne è uscita dalla ricerca dell’Irpet presentata sabato mattina nell’Auditorium dei Santa Apollonia a Firenze.
A livello economico la libera professione nella nostra regione ha una rilevanza maggiore rispetto al resto del paese.
Durante la mattina sono state affrontate questioni come l’equo compenso, la semplificazione amministrativa, la qualità dei servizi e anche la possibilità di creare una rete di professionisti.
La ricerca di Irpet si è svolta attraverso un questionario online, rivolto direttamente ai professionisti, grazie alla collaborazione con i diversi ordini e associazioni professionali.
Dall’Osservatorio regionale delle professioni emerge una crescita quantitativa di professionisti che non corrisponde però ad un aumento proporzionale dei fatturati a causa della crisi economica che ha ridotto anche i margini di reddito più consolidati.
La ricerca ha preso in considerazione un campione rappresentativo delle professioni sia quelle disciplinate da un ordine che quelle non.
Oltre a dati numerici, dai questionari sono emerse anche difficoltà burocratiche, di accesso al credito legate spesso alle caratteristiche tipiche degli studi professionali come le piccolissime dimensioni, numero limitato dei clienti. Alcune perplessità anche nella formazione e nell’aggiornamento professionale, nella riduzione dei compensi e nei tempi di riscossione.
Nel 63% dei casi gli intervistati segnalano fatturati inferiori ai 50mila euro, con il 31,8% che ha un fatturato inferiore addirittura ai 19mila euro.
Dall’indagine risulta, che i volumi di attività si sono mediamente contratti, con solo una minima quota di professionisti che ha segnalato fatturati in aumento. In particolare sono emersi alcuni problemi sia sul fronte della quantità delle richieste che su quello della loro economicità.
Per quanto riguarda i profili professionali, dalla ricerca emerge che ci sono sia attività di alta qualità rivolte alle famiglie ed alle imprese, sia altre attività, più di routine e di basso profilo.
Il numero di clienti non supera le 10 unità ed il mercato di riferimento è locale e molte volte comunale.
Le conclusioni dell’indagine suggeriscono che il rilancio del settore, nel suo complesso, dovrà passare dall’ulteriore rafforzamento della parte più dinamica e che anche per i professionisti è vitale, come per le imprese in genere, aggiornare il bagaglio tecnologico, le strategie di comunicazione, innovare nella tipologia dei servizi offerti, anche attraverso la costruzione di reti che possano ovviare alle limitate dimensioni.
Questi i numeri in Toscana. Ci sono circa 148.000 persone pari a 39 professionisti ogni mille abitanti residenti, 4 in più rispetto al dato medio nazionale. Il peso delle professioni sugli occupati complessivi è del 10% circa. Una percentuale che supera il dato italiano del 6%.
Il grosso dei professionisti si concentra nelle professioni “storiche” ovvero quelle che sono dotate di ordini professionali, circa l’80% del totale. Il restante 20% è composto da professionisti che non sono inquadrati in un ordine professionale, i cosiddetti non ordinisti la cui determinazione è molto difficile.
Anche in questo caso la nostra Regione si è dimostrata all’avanguardia capendo l’importanza delle professioni, ordinistiche e non, per l’economia toscana. La ricerca presentata oggi avrà sviluppi futuri. Sono già stati calendarizzati quattro focus group: uno sulle prospettive del settore di qui al 2030, una sui giovani professionisti, una sul benessere e le condizioni di lavoro e l’ultimo sull’innovazione organizzativa e tecnologica
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