Vaccini in azienda, si parte a fine maggio. Ma solo dopo anziani e fragili
Per far partire la vaccinazione nelle aziende bisognerà prima mettere in sicurezza quanti più anziani e fragili possibile.
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Segnatamente, dopo gli over 80 e gli over70, spingere sull’acceleratore per vaccinare le persone di età compresa tra i 60 e i 69 anni e i fragili con esenzione dai 16 ai 59 anni. Arrivando se non al 100 almeno a una quota tra il 90% e il 95%. Appena una Regione raggiungerà questa soglia potrà far partire la vaccinazione nelle aziende. Una sorta di gara, insomma, per far procedere ancora più speditamente la campagna anti Covid e inaugurare la nuova tappa del piano. Un’operazione che, nelle previsioni del Ministero della Salute e del commissario straordinario, Francesco Paolo Figliuolo, potrebbe partire a fine maggio, anche se – tenendo presenti la necessità delle dosi da avere a disposizione e eventuali intoppi organizzativi – i tempi potrebbero slittare alla prima metà di giugno. E, a meno di ripensamenti, tra i settori dai quali si comincerà a vaccinare in questa nuova fase della campagna di immunizzazione anti Covid ci saranno quelli dei trasporti, della logistica e del commercio al dettaglio. Soglia da raggiungere con le vaccinazioni in corso per farla scattare, tempi e priorità attorno alle quali incardinare l’operazione che inaugurerà la tappa della vaccinazione di massa vera e propria, sono stati al centro del confronto ripreso oggi al tavolo avviato nei mesi scorsi proprio per organizzare quest’altra fase del piano nazionale che consentirà ai datori di lavoro di far vaccinare i dipendenti nella propria azienda. I tecnici di Ministero del Lavoro e Ministero della Salute, Inail, Regioni e struttura commissariale hanno deciso di aggiornarsi a venerdì prossimo, 7 maggio, per mettere nero su bianco le linee guida dell’intervento. Come detto, si partirà da quei lavoratori dei settori produttivi che in oltre un anno di pandemia hanno registrato un numero maggiori di casi di contagio e focolai, partendo dalle analisi aggiornate che l’Inail ha prodotto in questi mesi di emergenza.
I lavoratori del settore dei trasporti e di quello del commercio al dettaglio, a cominciare per esempio dai dipendenti dei supermercati, ma non solo. Tra i primi ci saranno coloro che, come gli autisti dei mezzi pubblici – per citare una categoria specifica – hanno sempre anche nei periodi più critici dell’emergenza Covid e continuano a farlo, risultando così tra i più esposti al contagio e ai rischi che ne conseguono. Ma come detto non saranno gli unici. Una scelta, quella dei tecnici che stanno lavorando all’organizzazione della vaccinazione nelle aziende, compiuta sulla base della fragilità e dell’esposizione al rischio, i criteri sin dall’inizio centrali nella definizione delle priorità del piano vaccinale nazionale. E sempre con l’obiettivo di accelerare per far procedere più speditamente l’intera campagna.
Ad ogni modo, prima di far partire la vaccinazione per i dipendenti, la stragrande maggioranza delle aziende dovrà aspettare che siano messi in sicurezza anziani e fragili. Alcune aziende – in genere di grosse dimensioni – che hanno deciso di trasformarsi in hub aperti all’esterno, stanno già vaccinando i propri lavoratori, ma solo quelli che rientrano nelle fasce d’età per cui si sono aperte le prenotazioni sulla base delle tappe e delle categorie previste nel piano vaccinale.
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