A spese di tutti ....per finanziare i pochi.
Che il Dubbio e tutti coloro che gravitano intorno siano espressione della propaganda estranea ai veri problemi dell'avvocatura “ purtroppo è dato certo ed evidente. Che le nostre istituzioni forensi non riflettano compiutamente
i principi di autonomia, indipendenza a tutela della classe e che si mostrino vicine alla politica in maniera esclusiva è un dato ormai eclatante.
Alla base difetta un sistema di corretta formazione delle rappresentanze che tiene fuori l’avvocatura e dimostra il fallimento della legge professionale che non è idonea allo scopo che dovrebbe assolvere.
L’impalcatura che dovrebbe reggere le rappresentanze forensi è autoreferenziale, univoca e non garantisce la corretta e democratica formazione del consenso come potrebbe invece un sistema elettorale diverso, come il sistema proporzionale con premio di maggioranza.
Al tavolo delle trattative con il governo si siedono in pochi ed i meccanismi di informazione e conoscenza per i rappresentati sono “falsati”.
L’informazione …..non è tale ma solo espressione del sistema autoreferenziale costituito, con l’aggravante che tutto avviene a ” spese di tutti per finanziare i pochi”.
Giova ricordare, per chi è distratto dalle problematicità che purtroppo quotidianamente impegnano la professione forense, che
“Il Dubbio”, il quotidiano generalista in precedenza diretto da Piero Sansonetti, pubblicato in formato cartaceo e digitale è interamente finanziato dal CNF con la quota annuale obbligatoria versata agli Ordini distrettuali da tutti noi Avvocati, costato dal 2015 ad oggi oltre due milioni di euro.
Il CNF tramite la propria Fondazione FAI – Fondazione Avvocati Italiani ha costitutivo nel 2015 la società di capitali Edizioni Diritto e Ragione s.r.l., con sede in Bolzano, con il compito di provvede alla pubblicazione del quotidiano.
La suddetta società di capitali ha quale socio unico la F.A.I. ed a capo del consiglio di amministrazione l’Avv. Mascherin, l’allora ed attuale Presidente del CNF, plurimandatario e quindi ‘illegale’.
L’attuale presidente del Cnf è al suo quarto mandato, ignorando legge professionale, Cassazione a Sezioni Unite e successivi interventi legislativi.
Al fine di consentire la diffusione del quotidiano, a seguito di riunioni tra i componenti del CNF, il direttore responsabile ed Ordini distrettuali, gli iscritti ai rispettivi albi professionali risultano …..abbonati di ufficio, in senso stretto e letterale, senza voler fare simpatica ironia.
Sono evidenti le perplessità ed i seri dubbi sia sulla legittimazione delle istituzioni forensi sia sull’uso distorto della informazione non diretta ad attività e ad argomenti di interesse dell’avvocatura.
Viviamo e tolleriamo il paradosso di istituzioni rette da pochi e finanziate da tutta la categoria.
Veniamo quindi sempre al Dubbio, testata giornalistica pagata da noi avvocati, che nulla ha a che vedere con l’avvocatura, che mai ha promosso iniziative di confronto sugli scottanti temi del momento e mi riferisco sempre alla vicenda doppio mandato. Mai un confronto ed una raccolta di impressioni e dichiarazioni da parte dei soggetti coinvolti , più o meno direttamente, dall’illegalità istituzionalizzata .
Il Dubbio si attiva per il suo “rilancio per la sua battaglia culturale” ma è finanziato da noi avvocati.
Chi promuove informazione sa che anche il dissenso è manifestazione libera di un confronto democratico.
Il Dubbio va chiuso perché non è il “giornale dell’avvocatura” perché disattende ogni aspettativa di libera espressione .
Non c’è più chi non vede, non c’è più chi non sente, non c’è più chi non parla.
Il momento impone, per le vicende relative alla illegalità istituzionalizzata e per i risvolti e riscontri quotidiani che viviamo “e tolleriamo” , analisi critiche e sintesi coordinate di uomini e di idee dirette al cambiamento.
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