Bonus 110%. Epilogo di uno Stato
È stato perverso aver concepito, tollerato e mantenuto un bonus edilizio in cui non solo lo Stato paga chiunque per ristrutturare la propria casa ma gli regala anche il 10% in più di quanto spende. Una perversione che fa a cazzotti con quanto non viene fatto perché mancano soldi, si pensi la sanità e le code per i suoi servizi.
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Ad un certo punto lo Stato, nonostante il 110 sia stato portato al 90%, si è accorto che la degenerazione di questa perversione (sconto in fattura e cessione dei crediti) lo stava portando ad un disastro ed ha chiuso il rubinetto (1). La società che accetta e glorifica la perversione con tutto il business che è cresciuto (legale ed illegale) intorno al 110-90%, non ha potuto che gridare aiuto, ci state ammazzando: singoli, associazioni, partiti di governo e di opposizione presi alla sprovvista da uno Stato/babbo che ha deciso di riprendersi un po’ della paghetta che aveva elargito.
Il cittadino medio non ricco, ma che col ricco aveva fruito della paghetta, ora è in difficoltà (i ricchi, ovviamente, non hanno problemi).
“E’ finita la pacchia”, direbbe il nostro premier.
Ma che razza di società ed economia è questa? Quella delle prebende o delle opportunità?
Una cosa è certa in questo momento: chiunque stia attento, colga l’attimo e si prepari anche al peggio, che non c’è certezza né dell’oggi né del domani. Governo e Stato vivono alla giornata e richiedono altrettanto metodo anche a noi amministrati.
Forse è il caso che ognuno si faccia il proprio memorandum decidendo se vivere in pace con se stesso o salendo sul tram del vincitore, costi quel che costi ché importante è essere furbi.
1 – https://tg24.sky.it/economia/2023/02/17/stop-sconto-in-fattura-cessione-credito-superbonus
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc
Comunicato stampa dell’Aduc
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