Canone/Imposta Rai. L’informazione di Stato batte cassa e vuole distruggere Internet
Le norme sul cosiddetto canone* Rai sono esplicite: si paga per apparecchi che sono collegati al digitale terrestre (antenna).
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Da quando la riscossione avviene tramite bolletta elettrica (2016) è stata fatta chiarezza che le emissioni via Internet non ci rientrano. E da quando il canone viene così riscosso, gli evasori di questa imposta sono passati da 7,5 milioni a 1,6 milioni (1), con un gettito di 1,97 miliardi che, però, diminuiscono progressivamente perché in tanti abbandonano la visione tv dal digitale terrestre.
Ieri in audizione alla commissione di vigilanza parlamentare, il presidente Rai, Carlo Fuortes, ha battuto cassa. Ha lamentato il calo degli introiti (-22% da canoni, 700 milioni tra 2008 e 2020); il persistere del prelievo di 2.400 milioni (negli ultimi 8 anni) dello Stato per il Fondo per il pluralismo; i minori introiti pubblicitari: codice europeo della tv sull’affollamento degli spot che porterà a 50 milioni in meno nel 2020 e -130 nel 2023.
Fuortes vuole investire anche di più. Oltre a non voler più dare soldi per il Fondo per il pluralismo, cancellare la tassa sulla concessione sul canone ordinario, avere più pubblicità, ha chiesto che il canone sia esteso anche ai device multimediali.
Praticamente ha chiesto che per pagare l’informazione e lo spettacolo di Stato ci sia un’imposta per chiunque si colleghi ad Internet. Non sappiamo cosa Fuortes includa nei device multimediali (i pc degli uffici?), ma telefonini e tablet sono sempre più gli esclusivi apparati con cui ci si collega alla Rete, inclusi i nostri figlioli che si messaggiano tra amici o vanno su TikTok. E’ evidente che Fuortes vuole distruggere l’attuale Internet a vantaggio di un controllo fiscale di tutta la Rete… rendendola molto più costosa, anche e soprattutto per chi la usa per lavoro o studio da casa.
Bella richiesta!!!
Aspettiamo le reazioni dei decisori
* imposta sul possesso di un apparecchio tv, da pagare anche se non si vede mai la Rai
Comunicato Aduc
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