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Confronto tra Cassa Forense e Inarcassa in termini di sostenibilità di lungo periodo

Cassa Forense e Inarcassa avevano lo stesso regolamento previdenziale poi modificato da Inarcassa quando, nel 2013, ha esercitato l’opzione al sistema di calcolo contributivo della pensione.

Confronto tra Cassa Forense e Inarcassa in termini di sostenibilità di lungo periodo

A partire dall’anno 2013, infatti, viene modificato il metodo di calcolo della pensione con il passaggio al contributivo pro rata e l’introduzione del nuovo istituto della pensione di vecchiaia unificata. In termini generali il metodo di calcolo previsto per la pensione di vecchiaia unificata si applica anche agli altri trattamenti pensionistici, se non diversamente stabilito. La pensione di vecchiaia unificata è costituita da due quote:

– una relativa ai periodi maturati fino al 31 dicembre 2012, calcolata con il metodo pro-rata retributivo. Per gli iscritti che presentano una media reddituale pensionabile inferiore al valore della pensione minima (nel 2021 pari a euro 11.184,00) è prevista l’applicazione del metodo di calcolo contributivo se più favorevole;

– una contributiva, per le anzianità maturate a partire dal 1° gennaio 2013.

Oggi possiamo esaminare le due realtà utilizzando il confronto tra il bilancio consuntivo 2020 e il bilancio tecnico al 31.12.2017, quanto a Cassa Forense, e al 31.12.2019, quanto ad Inarcassa, attraverso la relazione dei rispettivi Colleghi Sindacali.

Ecco di seguito il confronto del Collegio Sindacale di Cassa Forense.

Confronto con le previsioni del bilancio tecnico

Il bilancio tecnico attuariale assume un’importanza centrale per la funzione istituzionale di un ente di previdenza, in quanto consente di verificare l’equilibrio strutturale fra le risorse finanziare (contributive e patrimoniali) attese e l’esercizio dei diritti pensionistici ed assistenziali accordati sulla base delle regole vigenti. Tale equilibrio costituisce una condizione necessaria ad assicurare lo svolgimento della funzione di protezione sociale costituzionalmente garantita, su un orizzonte temporale di lungo periodo.

Il Regolamento di Contabilità di Cassa Forense, prima di illustrare i contenuti e gli adempimenti relativi ai bilanci preventivo e consuntivo, all’art. 2 recita che “A garanzia dell’equilibrio economico-finanziario con periodicità triennale deve essere redatto il bilancio tecnico accompagnato da una relazione esplicativa della metodologia attuariale applicata”.

Conseguentemente, lo stesso Regolamento di contabilità (art. 23, co.2, lett. d)), recependo quanto disposto dalle “Linee guida per la redazione dei bilanci tecnici attuariali” di cui all’art. 6 co. 4 del decreto interministeriale del 29/09/2007, prevede che nella Relazione introduttiva del bilancio di esercizio venga effettuata un’analisi comparativa dei risultati di bilancio con i valori di previsione del bilancio tecnico per lo stesso anno, esplicitandone le motivazioni.

Quantunque i parametri sottostanti la redazione del bilancio tecnico sia definiti in relazione alle dinamiche strutturali di lungo periodo, la comparazione delle previsioni con le risultanze di bilancio, se effettuata in modo sufficientemente analitico, consente di riscontrare l’affidabilità della base dati e dei parametri utilizzati per la previsione di lungo periodo. Del resto l’aggiornamento triennale del bilancio tecnico, a prescindere dalle eventuali modifiche normative nel frattempo intervenute, si giustifica solo in ragione dell’aggiornamento della base dati e della revisione dei parametri di previsione in coerenza con le risultanze dell’ultimo triennio.

La Relazione sulla gestione del bilancio di esercizio 2020 riporta, come prescritto dal regolamento di contabilità, il confronto fra le risultanze di bilancio ed i valori di previsione dell’ultimo bilancio tecnico, con base al 31/12/2017. Il confronto riguarda gli oneri pensionistici, le entrate contributive, le entrate patrimoniali, l’avanzo di esercizio e la consistenza del patrimonio netto.

Oneri pensionistici. Per il 2020, la spesa per pensioni esposta nel bilancio di esercizio risulta leggermente inferiore a quella prevista per lo stesso anno nell’ultimo bilancio tecnico (-0,8%). Considerando che nell’anno precedente si è registrato uno scostamento di segno opposto per circa mezzo punto percentuale, ne consegue che, nel corso del 2020, l’incremento della spesa per pensioni prevista nel bilancio tecnico risulta di circa l’1,3 punti percentuali superiore a quella del bilancio di esercizio (2,8% contro 1,5%), ciò nonostante la percentuale di indicizzazione a gennaio dell’anno risulti sostanzialmente equivalente (0,6% contro 0,5).

Come evidenziato nella Relazione sulla gestione, ciò potrebbe trovare spiegazione nei diversi criteri di redazione del bilancio tecnico, il quale assume che il pensionamento avvenga al raggiungimento dei requisiti minimi, non tenendo conto della possibilità di posticipo, con pagamento successivo di arretrati, come avviene nella realtà e nella rendicontazione del bilancio di esercizio. In una fase di forte e prolungata espansione della spesa pensionistica, conseguente ai crescenti flussi di pensionamento, tale circostanza potrebbe comportare una sovrastima della spesa pensionistica rispetto a quella effettivamente accertata, compensata successivamente con la stratificazione del pagamento di arretrati, non conteggiati nel bilancio tecnico. Gioverebbe, tuttavia, ai fini di una migliore comprensione della differenza, disporre di informazioni in merito alla quota di arretrati, nonché al numero e all’importo medio delle pensioni in pagamento sottostanti il dato del bilancio di esercizio, in raffronto a quanto scontato nel bilancio tecnico.

Entrate contributive. Decisamente superiore è la differenza in termini di entrate contributive, dove il dato di bilancio per il 2019 risulta inferiore del 2,8% rispetto al valore di previsione riportato, per lo stesso anno, nel bilancio tecnico. Poiché, nel 2019, lo scostamento risultava di circa 0,4%, la dinamica contributiva prevista dal bilancio tecnico per il 2020 risulta superiore di circa 2,5 punti percentuali a quella del bilancio di esercizio (4,2% contro 1,7%).

La differenza sarebbe in parte da relazionare al diverso criterio di registrazione dei contributi. Il bilancio tecnico, infatti, effettua la previsione delle entrate contributive attribuendole all’anno di produzione del fatturato/reddito professionale e non a quello in cui ricorre l’obbligo giuridico di pagamento, come avviene nella rendicontazione contabile. Nel 2020, tuttavia, tale effetto non dovrebbe determinarsi in misura apprezzabile, in quanto il bilancio tecnico anticipa, per competenza economica, gli importi dei contributi in autoliquidazione del 2021, i quali, ovviamente, sono costruiti su ipotesi di scenario che ipotizzano un’evoluzione “regolare” delle dinamiche degli iscritti alla Cassa e dei relativi redditi e, quindi, non scontano, per il 2020, gli effetti sulle basi imponibili conseguenti alla pandemia e alle relative misure di contrasto varate dal Governo.

Un’ulteriore ragione della differenza potrebbe essere ricollegata ad un maggiore ricorso all’applicazione del contributo minimo soggettivo ridotto al 50%, rispetto a quanto ipotizzato nel bilancio tecnico (50% della platea dei potenziali beneficiari).

Per una migliore comprensione delle differenze, sarebbe utile effettuare un confronto fra le basi imponibili (reddito e fatturato professionale) e le numerosità dei contribuenti ipotizzate nel bilancio tecnico e quelle riscontrate a consuntivo, assieme ad un’analisi comparativa delle adesioni al contributo minimo soggettivo ridotto nella misura del 50%.

Entrate patrimoniali. Nel 2020, le entrate patrimoniali del bilancio di esercizio superano del 26,2% quelle previste nel bilancio tecnico (circa 98 mln). La differenza dipende essenzialmente dallo scostamento fra il tasso di rendimento ipotizzato nel bilancio tecnico (1% reale più il tasso di inflazione ipotizzato all’1,8%, nel 2020) e la redditività media effettivamente ottenuta dalla Cassa, calcolata secondo i criteri della rendicontazione contabile (3,7%, nel prospetto di raffronto con il bilancio tecnico). Occorre tuttavia segnalare che, secondo quanto previsto dal DM del 29 novembre del 2007, le entrate patrimoniali del bilancio tecnico sono da intendersi al netto degli oneri gestionali e fiscali, ovviamente per la parte non esplicitamente oggetto di proiezione nel bilancio tecnico. In proposito, il bilancio tecnico della Cassa contempla solo le spese di gestione in senso stretto, non considerando i costi fiscali (inerenti o meno ai rendimenti patrimoniali) e una parte consistente dei costi di esercizio, inclusi gli accantonamenti ai vari fondi.

Avanzo di esercizio. Il bilancio tecnico espone per il 2020 un avanzo di esercizio, ottenuto come differenza fra il totale delle entrate (contributive e patrimoniali) ed il totale dei costi (previdenziali/assistenziali e di gestione), di 239 mln superiore all’avanzo del bilancio di esercizio (1.239 mln rispetto a 1.000 mln). Tale differenza non è motivata dal saldo previdenziale/assistenziale e da quello dei proventi ed oneri finanziari che, complessivamente, determinano un valore del bilancio di esercizio addirittura superiore a quello del bilancio tecnico per circa 53 mln. Essa, invece, è dovuta ai costi, diversi dai costi di gestione in senso stretto, strutturalmente non considerati nelle proiezioni del bilancio tecnico. Una differenza più o meno equivalente, riconducibile alle stesse motivazioni, è stata riscontrata anche per gli esercizi 2018 e 2019.

Patrimonio netto. Alla fine del 2020, l’ammontare del patrimonio netto accertato contabilmente nel bilancio di esercizio risulta inferiore a quello previsto nel bilancio tecnico per 684 mln (-4,7%). Poiché la proiezione del bilancio tecnico parte dalla consistenza del patrimonio netto al 31/12/2017, il differenziale riscontrato alla fine del 2020 risulta, per definizione, pari alla somma della differenza fra gli avanzi di esercizio del bilancio civilistico e del bilancio tecnico per gli anni 2018-2020. Per cui, il differenziale accumulato nel triennio è pari alla somma dei costi diversi a quelli di gestione in senso stretto, non scontati nel bilancio tecnico, che si collocano fra i 200 e 250 mln annui. È del tutto evidente che tale scostamento sistematico, rispetto al bilancio tecnico, produce, nel medio-lungo periodo, effetti importanti in termini di accumulazione effettiva del patrimonio netto e dei corrispondenti rendimenti finanziari.

Il piano degli indicatori e dei risultati attesi

Il Piano degli indicatori e dei risultati attesi è redatto in conformità alle linee guida del DPCM del 18 settembre 2012. Il dato di maggior interesse, rispetto a quanto già rappresentato nelle precedenti parti della Relazione, riguarda il cosiddetto Funding Ratio il quale misura il grado di capitalizzazione del sistema previdenziale rapportando il valore attuale di mercato del patrimonio al valore attuale delle passività maturate. L’indicatore è calcolato con la metodologia ABO (Accrued Benefit Obligation), secondo il modello approvato dal CdA della Cassa nel 2017. Il valore dell’indicatore per l’anno 2020, calcolato dall’Attuario esterno incaricato della redazione del bilancio tecnico, non risulta ancora disponibile, come evidenziato nella nota integrativa. Il valore risultava pari al 37,7% nel 2019, in crescita rispetto alle stime degli anni precedenti (34% nel 2018, 32,6% nel 2017, 28,7% nel 2016, 27,6% nel 2015 e 26,8% nel 2014).

Il Funding Ratio è calcolato anche da Prometeia, in qualità di Risk advisor, applicando ipotesi più propriamente finanziarie; esso risulta pari al 29,6%, in aumento di 3,8 punti percentuali rispetto al 2019.

Questa invece la relazione del Collegio Sindacale di Inarcassa.

Confronto tra bilancio consuntivo e bilancio tecnico

In base all’art. 6, comma 4, del Decreto Interministeriale del 29/11/2007, le Casse previdenziali sono tenute a verificare annualmente che le risultanze del Bilancio consuntivo siano in linea con quelle tecnico-finanziarie, fornendo chiarimenti sui motivi degli eventuali scostamenti registrati. La tabella a seguire confronta, per l’anno 2020, il Bilancio consuntivo con il Bilancio tecnico al 31 dicembre 2019 di Inarcassa redatto nello scenario specifico.

Sul versante “entrate” dal confronto emerge che mentre i “Contributi” del Bilancio consuntivo sono quasi allineati con quelli del Bilancio tecnico, evidenziando una differenza positiva per i contributi soggettivi (+4%) e una leggera differenza negativa (-0,9%) per i contribuiti integrativi, i “Rendimenti netti” del Bilancio consuntivo sono superiori del 98% rispetto a quelli stimati nel Bilancio tecnico, per effetto di un rendimento effettivo più elevato di quello del documento attuariale (+0,9% nominale netto) che aveva recepito le ipotesi del Budget 2021. Di conseguenza le Entrate del Bilancio consuntivo risultano superiori a quelle del Bilancio tecnico di 131 milioni (+10,4%) per effetto, principalmente, delle differenze riscontrate sui rendimenti.

Le “uscite” del Bilancio consuntivo, invece, sono sostanzialmente in linea con quelle del Bilancio tecnico, evidenziando una variazione leggermente positiva (+1,4%). Le “Prestazioni pensionistiche” del Bilancio consuntivo sono leggermente più elevate rispetto a quelle previste nel Bilancio tecnico (+2,1%), mentre le “Altre uscite”, che includono anche le attività assistenziali COVID-19, e le “Spese di gestione” registrano, rispettivamente una variazione negativa (-0.9% e -6%).

Conseguentemente il “Saldo previdenziale” dato dalla differenza tra il totale dei contributi soggettivi e integrativi da un lato, e le prestazioni pensionistiche dall’altro, determina un valore nel Bilancio consuntivo più elevato rispetto a quello del Bilancio tecnico (+3,2%).

Il “Saldo totale”, invece, evidenzia una differenza positiva di 118,3 milioni di euro (+32,2%) rispetto al saldo del Bilancio tecnico, dovuta in gran parte alla voce dei Rendimenti netti. Il Patrimonio netto del Bilancio consuntivo risulta pertanto più elevato rispetto a quello del Bilancio tecnico (+1%).

Non v’è chi non veda come l’opzione, a suo tempo esercitata, per il calcolo contributivo della pensione abbia giovato, e non poco, ad Inarcassa in termini di sostenibilità di lungo periodo pur tenendo conto che, al netto dei trattamenti integrativi, il numero di associati titolari di pensione in Inarcassa, a fine 2020, è di 38.714, in aumento del 6,7% rispetto al precedente esercizio mentre in Cassa Forense il numero di trattamenti previdenziali erogati è sempre in costante aumento pari, al 31.12.2020, a 29.777 con un + 1,19% rispetto al 2019.

Confronto tra CF e Inarcassa 18 05 21

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