Cosa è successo al congresso di Lecce?
A inizio ottobre si è svolto a Lecce il XXXV Congresso Nazionale Forense, la massima Assise dell’Avvocatura, il nostro Parlamento, a cui hanno partecipato Colleghe e Colleghi eletti in tutti i Fori d’Italia.
In evidenza
Il Congresso si è svolto senza il consueto intervento del Ministro della Giustizia, stante il particolare momento politico con un Governo in carica “scaduto” e quello nuovo ancora negli appunti della futura Premier Meloni. Tale circostanza ha reso in qualche modo più genuina l’attività delle nostre rappresentanze, scevre da qualsiasi condizionamento operato dal Guardasigilli.
Il fulcro del Congresso è rappresentato dalla votazione delle mozioni, vero e proprio indirizzo politico che l’Organismo Congressuale Forense (O.C.F) – che ha come mission quella di attuare i deliberati congressuali – deve seguire negli anni di mandato. Tra le mozioni che risultano essere state approvate di rilievo quelle relative all’intelligenza artificiale – tema congressuale – segnatamente giustizia predittiva e salvaguardia del giusto processo, volte ad assicurare la centralità dell’Avvocato per la salvaguardia dei diritti, nonché l’istituzione di un’Autorità Nazionale sull’utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale nella giurisdizione e quella avente ad oggetto l’unificazione delle piattaforme del processo telematico di tutte le giurisdizioni. Rammento anche l’approvazione di mozioni afferenti la presenza con diritto di voto degli Avvocati nei Consigli Giudiziari, l’estensione dell’istituto del patrocinio a spese dello Stato anche alle procedure di negoziazione e mediazione e quelle finalizzate ad emendare la riforma da poco approvata sulla Giustizia Tributaria. In ambito Penale sono state richieste diverse modifiche alla riforma Cartabia con riferimento alle impugnazioni, alle notifiche, al processo telematico e a quello in absentia. In ambito Civile i Delegati hanno chiesto di modificare alcune parti della riforma, recentemente approvata, che sacrificano il diritto di difesa ed hanno rivolto l’ennesimo appello ad incentivare risorse e personale.
Queste mozioni, se attuate, andranno ad incidere concretamente nella nostra quotidianità e nel futuro professionale.
Sono state anche votate alcune mozioni di modifica dello statuto O C.F. al fine di rendere più partecipativo ed efficace il momento congressuale.
Il Congresso ha deciso poi di instaurare un tavolo di lavoro avente ad oggetto la riforma dell’Ordinamento forense (tra cui l’elezione diretta dei membri del Cnf) il cui risultato verrà posto all’esame di una sessione ulteriore del Congresso che si svolgerà nell’autunno del prossimo anno.
I lavori congressuali si sono svolti anche con interessanti incontri, di rilievo quello sul tema della condizione carceraria, dell’umanità della pena e del fine rieducativo della stessa, ai fini del reinserimento sociale e del lavoro.
Da ultimo, ma non per importanza, segnalo che nell’ambito del Congresso si è proceduto all’elezione dei 53 delegati distrettuali dell’Organismo Congressuale Forense, i quali a fine ottobre hanno eletto i loro vertici tra cui ricordiamo il coordinatore Mario Scialla, attualmente Consigliere Segretario dell’Ordine degli Avvocati di Roma.
L’auspicio è che la nuova governance dell’avvocatura ed il neo eletto Ministro Nordio riescano a trovare una sintonia e, anche grazie al lavoro svolto a Lecce, impostare un crono programma che ci faccia uscire dalla palude in cui a mala pena galleggia la Giustizia ed in cui a stento noi avvocati riusciamo a remare; ciò nell’esclusivo interesse dei cittadini italiani.
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