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Da quivis de populo a boy scout

Ricorrenti contro il doppio mandato: prima «quivis de populo» e poi di «boy scout»

Da quivis de populo a boy scout

Mi dicono che i ricorrenti (io uno di loro) contro il Consiglio Nazionale Forense (per la questione del doppio mandato, si veda CNF, doppio mandato e certezza del diritto) dai difensori della legalità siano stati gratificati prima del «quivis de populo» e poi di «boy scout» per aver osato contestare l’illegalità muovendo, loro, da una presunzione di legalità. Non so mai se collocarmi nel movimento d’élite o in quello di massa. Certo quello di élite è più rapido, quello di massa più lento. Mi piace però l’opera di disvelamento. Dietro le resistenze emotive nei confronti del mondo che cambia, si cela un diffuso atteggiamento conservatore sospeso tra giudizio di fatto e giudizio di valore. Tra una tenace difesa corporativa e una nuova avvocatura di massa, ancora amorfa, ma vocata al cambiamento. Siamo di fronte ad una élite arroccata sui propri privilegi che resiste di fronte ai colpi inferti da alcuni “algoritmi impazziti” che interpretano, o credono di poter interpretare, l’anelito della massa che però si limita ad assistere con qualche timido applauso sui social. In mezzo un Giudice che dovrebbe essere autonomo e imparziale. È l’illusione della certezza del diritto che la teoria giuridica tradizionale, coscientemente o incoscientemente, si sforza di mantenere (H. Kelsen, Lineamenti di dottrina pura del diritto, Einaudi, Torino, 1970, pag. 125).

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