Filippo Anelli: l’Italia non è un paese per medici, non bisogna attendere ulteriormente
L’ultimo rapporto della Corte dei conti, che rileva anche un alto numero di professionisti sanitari che lasciano l’Italia
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“L’Italia non è un paese per medici. È necessario correre al riparo già con il Decreto Rilancio, non possiamo più aspettare”, ha affermato il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, in riferimento all’ultimo Rapporto della Corte dei Conti, che rileva anche un alto numero di professionisti sanitari che lasciano l’Italia. “Il Decreto Rilancio ci ha messo a disposizione i fondi, di un’entità mai vista nell’ultimo decennio: non sprechiamo l’occasione unica di investirli per un vero rilancio del Servizio Sanitario nazionale, che passi attraverso il rilancio dei suoi professionisti. Allora, utilizziamo il miliardo e mezzo di fondi destinati al territorio per creare finalmente le mini equipe medico di medicina generale-infermiere di famiglia, per dotarle di tutti gli strumenti adeguati ai fini di un’efficace ed efficiente assistenza, e per prevedere 2000 borse per il Corso di formazione specifica in medicina generale, in modo da formare un numero adeguato di nuove risorse. Ancora, utilizziamo parte dei fondi già stanziati per portare a 20mila i contratti di specializzazione. Abbiamo apprezzato l’incremento di 4200 borse voluto dal Ministro Roberto Speranza, ma non basta: occorrono altre 6000 borse, per formare tutti i medici già laureati e azzerare l’imbuto formativo, mettendo a disposizione in tempi rapidi specialisti dell’emergenza urgenza, anestesisti rianimatori, pneumologi, cardiologi, pediatri e tutti gli specialisti dei quali si prevede una carenza nei prossimi anni. I fondi ci sono: l’impiego degli specializzandi degli ultimi anni negli ospedali, assunti con contratti a tempo determinato, ha liberato risorse per 5000 borse, che possono e devono ora essere investite. Inseriamo una norma, durante l’iter di conversione del Decreto Rilancio, che preveda una borsa per la formazione post lauream ad ogni laureato in medicina per porre strutturalmente fine all’imbuto formativo”.
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