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Gentiloni approva la stangata del catasto: "Necessità per l'Italia"

Dichiarando che la riforma voluta dall'Europa non porterebbe nuove tasse, Gentiloni smentisce le pubblicazioni ufficiali di Bruxelles

Gentiloni approva la stangata del catasto:

Paolo Gentiloni entra a gamba testa nella battaglia per le riforme del governo italiano rispolverando il cavallo di battaglia del catasto. Da riformare, a suo avviso, in forma più estesa rispetto a quanto deciso dal governo Draghi. Quasi sovrapponendo il suo ruolo attuale di Commissario europeo agli Affari Economici e quello pregresso di presidente del Consiglio dei Ministri in quota Partito Democratico il politico romano. Intervenuto a Bruxelles per commentare il documento europeo sulle raccomandazioni di primavera ai Paesi dell’Ue ha dichiarato: “La Commissione non ha nessuna intenzione di massacrare nessuno” di tasse. Riguardo alla riforma del catasto, nelle raccomandazioni è scritto che l’Italia è chiamata a “‘aggiornare i valori catastali agli attuali valori di mercatò. E non credo – ha aggiunto Gentiloni – che rappresenti una richiesta di aumentare le tasse ma una necessità per l’Italia di cui il governo è perfettamente consapevole”.

Gentiloni ha ribadito che a suo avviso “l’aggiornamento poi può essere al rialzo o al ribasso dipende dalle situazionì”. Quanto ai “consigli al governo italiano da parte della Ue” sui quali ha polemizzato Matteo Salvini, Gentiloni ha indicato che ‘il problema non è dare consigli ma rispettare regole comuni e raccomandazioni sulle quali si basa il piano di resilienza nazionale: tutto questo è stato deciso (anche dall’Italia) e ora ci sono duecento miliardi da usare che in una situazione economica difficile servono”.

Insomma, il catasto come abilitante del Pnrr. Il nesso è chiaro. Ma è proprio vero che per la Commissione europea l’equazione catasto-tasse non esiste? A ben guardare i documenti ufficiali di Bruxelles si direbbe piuttosto il contrario.

Il punto è che Gentiloni pare contraddire lo stesso documento di cui la Commissione europea (della quale fa parte) è autrice. Nel report sulle conseguenze per l’Italia dell’attuale contingenza economica e sulle raccomandazioni di policy per Roma, a pagina 63, si parli esplicitamente della riforma del catasto in un paragrafo in cui si sottolinea come l’Italia abbia un problema di ecessivo prelievo fiscale dal lavoro. Problema invero annoso e sistematico per il nostro Paese, ma che si associa a una richiesta esplicita (pagina 31) di “spostare la tassazione dal lavoro” anche “riformando i valori catastali datati”. La Commissione nota anche che “le prime residenze sono esenti dalle imposte ricorrenti sugli immobili per quasi tutte le proprietà, nonostante la presenza di un alto tasso di proprietà della casa, e la base imponibile corrispondente è obsoleta”.

Assume in sostanza concretezza quanto sottolineato da Nicola Porro su Il Giornale: come approccio all’Italia la “Commissione europea è granitica. Dobbiamo rivedere il catasto. E non già per renderlo più equo (una casa di cento metri in periferia non può pagare come un quartierino in zona pregiata) o per scovare immobili fantasma (sembra una barzelletta), ma per recuperare più tasse”. In un’ottica pienamente estrattivista che nega un dato di fatto fondamentale: la titolarità di immobili è stata, per milioni di italiani, lo scudo contro un lungo decennio di crisi, una difesa sostanziale del patrimonio, un asset decisivo.

Gentiloni ha parlato in maniera vaga, non mirata: chiaramente una riforma del catasto di per sé non impone necessariamente nuove tasse, ma la precedente versione della norma discussa nelle scorse settimane dal governo Draghi dava questa impressione. Il 5 maggio scorso Lega e Forza Italia hanno raggiunto un’intesa con Palazzo Chigi per rivedere gli articoli 2 e 6 della delega fiscale. Nell’accordo viene eliminato ogni riferimento al sistema duale, preservando i regimi cedolari esistenti e garantendo una armonizzazione del sistema fiscale: nessun incremento di tassazione potrà quindi colpire i risparmi o la casa degli italiani con la futura riforma del catasto.

Non abbastanza per Gentiloni e la Commissione, che spingono per una mossa più approfondita. Con l’obiettivo esplicito di rafforzare in questo campo il prelievo e l’estrazione: a dirlo è lo stesso organo collegiale di cui Gentiloni fa parte. E che esprime una posizione simile a quella che, in Italia, ha la sinistra di governo del Pd e del Movimento Cinque Stelle. Intenta a guardare alla casa e alla riforma del catasto in un’ottica puramente patrimoniale ed estrattiva. Nel quadro di una serie di raccomandazioni europee a Roma che sembrano antistoriche dati i tempi di grave crisi che corrono per il Vecchio Continente.

 

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