Giovani e Professioni. Visparelli “Tante le azioni a loro dedicate”
Laureati, più specializzati e desiderosi di approfondire i contenuti lavoristici. Ma anche di aggregarsi con i colleghi e fare rete con altri professionisti.
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E sull’uso dei social e delle tecnologie consapevoli di avere maggiore conoscenza e dimestichezza rispetto ai professionisti più adulti. È il profilo del giovane Consulente del Lavoro che emerge dalla ricerca “Giovani e professione: evoluzione e prospettive del Consulente del Lavoro”, curata dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, con il contributo dell’ENPACL e della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro.
Un rapporto che fotografa, in chiave comparata rispetto a dieci anni fa, le caratteristiche strutturali del mondo dei giovani Consulenti, interpreti di un modello di professione diverso e discontinuo rispetto alle generazioni più adulte.
“La Cassa cerca sempre di mettere risorse a disposizione dei giovani colleghi – ha sottolineato il Presidente dell’Enpacl, Alessandro Visparelli – oltre alla riduzione dei contributi, hanno a disposizione prestiti a tasso zero per l’avvio della loro attività, la polizza assicurativa per la responsabilità professionale gratuita per i primi tre anni, la formazione gratuita finanziata dall’Ente stesso. Tante agevolazioni e azioni di welfare. Noi stiamo spingendo anche molto sull’acquisto degli studi o delle quote per entrare in studi già avviati e lo stiamo facendo finanziandolo con il 12% del contributo a fondo perduto”.
Iniziative che spesso però i giovani colleghi non conoscono tanto che il Presidente Visparelli spiega che “siamo costretti ad affidarci a WhatsApp perchè è il modo più efficace e diretto per comunicare con loro. Ed infatti vediamo che subito dopo c’è una risposta immediata con l’accesso al sito dell’Enpacl per visionare quanto da noi comunicato. Io invito i giovani a servirsi dell’Ente di previdenza, ad accedere al sito e verificare quante e quali sono le iniziative dedicate proprio a loro. Si può sempre migliorare e mettere in campo ulteriori iniziative”
Una professione profondamente cambiata a partire dal titolo di studio utile all’accesso, come evidenzia l’indagine realizzata attraverso un’analisi degli iscritti all’ente di previdenza e assistenza e una survey su oltre 800 giovani. L’elevazione del titolo di studio ha di fatto accentuato l’immagine di una professione a forte vocazione femminile; tra i giovani, infatti, la quota di donne è del 51,6% mentre tra le over 40 scende al 46% e tra i percorsi di studi ad affermarsi sempre più è la laurea in economia, quale canale principale di accesso alla professione (ben il 48,6% degli intervistati proviene da una facoltà economica).
Molti gli elementi di discontinuità rispetto alle generazioni più adulte.
Sono sempre più iscritti under 40 (34,9%) a voler puntare nei prossimi anni sui contenuti dell’attività professionale, innalzando la qualità dei servizi erogati. Così come è preponderante la voglia di investire su alcuni ambiti di attività nuovi; in cima alla classifica il welfare aziendale (41,1%), seguito dalle politiche attive (38,7%), formazione (33,6%), pianificazione previdenziale (33%), selezione del personale (32,8%) e sicurezza sul lavoro (30,6%).
Ma è sotto il profilo organizzativo che le giovani generazioni segnano il cambio di passo rispetto al passato; tra gli under 40 la tendenza è sempre più quella di intraprendere collaborazioni con altri professionisti: quasi 6 giovani consulenti su 10 (56,7%) intrattengono rapporti di collaborazione con altri professionisti. Il 34% pensa infatti a un lavoro in rete e ben il 42% immagina l’esercizio in forma associata con altri professionisti.
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