Gli Avvocati a Cassa Forense :" Non ci avete regalato nulla "
Alle rappresentanze : " Fate Presto!"
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L ‘emergenza sanitaria e la conseguente dichiarazione di pandemia da parte dell’OMS, impongono una nuova rimodulazione non solo dei tempi della Giustizia ma richiedono l’imposizione di misure stringenti, concrete e di lungo periodo a favore e sostegno dell’avvocatura, misure radicali in grado di fronteggiare una situazione di emergenza, crisi e contrazione dei redditi mai verificatasi nella storia repubblicana. Nel panorama della frammentazione della rappresentanza forense che si articola tra un Consiglio Nazionale Forense (illegale) che pare arrogarsi i meriti della “rimodulazione a giorni 15 della sospensione” suggerita al ministro, un Organismo Congressuale Forense, che al momento ha saputo interpretare le preventive esigenze di tutela sanitaria della categoria patrocinando la sospensione delle attività in attesa di un provvedimento risolutivo del Governo, a fronte della leggerezza nella valutazione della reale portata della “pandemia” e della sicurezza degli operatori del settore giustizia…Cassa Forense “gioca con gli avvocati” mascherando con il welfare attivo di cui si intesta la titolarità, misure già previste …spacciandole come sostegno e solidarietà agli iscritti. Cassa Forense, in particolare, in piena crisi nazionale da pandemia, adotta provvedimenti come quelli in materia di sospensione dei termini per il versamento dei contributi previdenziali che hanno il sapore amaro della beffa dolosamente perpetrata. I professionisti non hanno accesso agli ammortizzatori sociali e per primi subiscono gli effetti del reale pessimismo che ha colpito l’intera nazione. A fronte della altrettanto dolosa mancanza di partecipazione dell’avvocatura alle proprie vicende, Cassa informa che “è possibile rinviare al 30 settembre , i versamenti dei contributi già previsti per il 30 settembre.” Sembrerebbe un errore nella comunicazione…ma non è così. Dall’esame del regolamento delle sanzioni previsto da Cassa Forense, l’iscritto può verificare che nel regime ordinario è prevista la possibilità per il contribuente di adempiere al versamento dei contributi minimi in unica soluzione entro e non oltre il 30 settembre dell’anno di competenza , senza incorrere in sanzioni ed interessi per il mancato rispetto delle rate al 28 febbraio , al 30 aprile e al 30 giugno. A fronte della colpevole disinformazione della categoria ma sempre a tutela della stessa, i delegati napoletani di Cassa Forense , hanno fornito chiarimenti nell’immediatezza, sia in termini esplicativi sia in termini propositivi, sulle presunte azioni a favore degli avvocati predisposte da Cassa Forense . La concessione della sospensione dei minimi soggettivi di cassa forense fino a settembre è misura ingannevole e fuorviante nonché offensiva per tutta l’avvocatura, in quanto, la scadenza naturale degli stessi è sempre stata prevista per settembre e la rateizzazione è semplicemente una possibilità concessa agli iscritti di non pagare l’intero importo in un’unica soluzione. Vien quindi naturale manifestare lo sdegno per l’intento di far passare per intervento a solidarietà e sostegno presunto dell’avvocatura, quanto già previsto dai regolamenti di Cassa Forense. Una manovra oltraggiosa e vergognosa, indicativa di una gestione finalizzata ad una imposizione capestro non rispettosa delle reali esigenze della categoria. Un intervento serio di Cassa Forense si sostanzierebbe nell’annullamento/abolizione dei contributi minimi per l’anno 2020. In sede di presentazione del modello 5 per l’anno 2021, l’iscritto a Cassa Forense avrebbe la possibilità di pagare in percentuale a quanto effettivamente guadagnato, realizzando l’obiettivo concreto e costituzionalmente orientato di ottenere una contribuzione previdenziale proporzionale. In ogni caso, la sottoposizione di tutto il territorio nazionale alle restrizioni e misure previste per le zone rosse, ora zona protetta, imporrebbe la necessità di introdurre misure straordinarie, al pari dell’emergenza Covid- 19 che stiamo subendo, imprevedibile nei tempi di risoluzione dal punto di vista epidemiologico, ma prevedibile sin d’ora per le conseguenze in termini di contrazione irreversibile dei redditi per gli avvocati italiani. Il congelamento/abolizione per almeno un anno della contribuzione previdenziale; il congelamento/abolizione degli adempimenti fiscali e dei mutui bancari;
una moratoria per i canoni di locazione, per le utenze e la contestuale istituzione di un fondo straordinario di sostegno per le locazioni; la previsione di un fondo calamità per l’emergenza e rafforzamento dell’assistenza indennitaria in termini di dotazione finanziaria…queste in parte, le misure prospettate , in un momento così grave per l’avvocatura italiana, già vessata da un sistema previdenziale capestro ed ormai in paralisi per il fermo tecnico conseguente alla gestione di una pandemia senza precedenti nella storia della nostra Repubblica. Ogni altra misura adottata, diversa da quelle citate, non restituirà sollievo alla categoria e lo sciopero contributivo ad oltranza resterà l’unico strumento di protesta a disposizione della stessa…nelle more che non intervengano da parte di Cassa Forense le procedure esecutive dirette al recupero “del credito vantato “. Una categoria allo sbando l’avvocatura, che in questo preciso momento forse assume consapevolezza di anni di gestione serrata a favore di rappresentanze oligarchiche che con le misure adottate “hanno blindato” il sistema che hanno costruito a loro esclusivo vantaggio. Non è mai troppo tardi per prendere coscienza …ma nel contempo le fasce più deboli soccombono ed è forse questo lo scopo principale. La selezione naturale è in corso…”Fate Presto”!
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