Il comitato per le politiche macroprudenziali
Vi sono rappresentate, al più alto livello, le autorità nazionali che contribuiscono, a vario titolo, alla tutela della stabilità finanziaria.
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Il Comitato per le politiche macroprudenziali è stato istituito dal d.lgs. n. 207 del 07.12.2023 quale autorità indipendente designata per la conduzione delle politiche macro prudenziali in Italia, ai sensi della raccomandazione ESRB/2011/3 del Consiglio europeo per il rischio sistemico.
Il Comitato è composto dal Governatore della Banca d’Italia, che lo presiede, dai Presidenti della CONSOB, della COVIP e dell’IVASS; il Direttore Generale del Tesoro partecipata senza diritto di voto.
Per la COVIP, del 2024, ha partecipato la Presidente f.f. perché è in corso la nomina del Presidente, individuato nel dott. Mario Pepe, nei confronti del quale in Parlamento sono sorte accese contestazioni per l’assenza dei requisiti di professionalità di cui alla legge 252/2005.
Le funzioni del Comitato sono molto delicate perché persegue la stabilità del sistema finanziario italiano così da contrastare l’accumulazione e la propagazione dei rischi, promuovendo la capacità del sistema di assorbire le conseguenze di eventi che possano minacciarne il corretto funzionamento.
Dopo il primo anno di attività il Comitato ha presentato, nel marzo del 2025, la relazione sulle attività scaricabile dal sito internet www.comitatomacroprudenziale.it
Il Comitato ha analizzato, nelle riunioni del 2024, le condizioni del sistema finanziario italiano che si sono mantenute nell’insieme favorevoli, sia per le banche sia per gli altri intermediari.
Il Comitato ha altresì rilevato che il settore dei fondi pensione è finanziariamente solido ed ha rivolto la sua attenzione anche al settore delle Casse di previdenza, altra importante categoria di investitori istituzionali che attuano politiche di investimento orientate al medio e al lungo termine e a una tendenziale stabilità.
Nel 2024 le condizioni macro finanziarie dell’Italia sono rimaste stabili.
La debolezza della crescita economica e il consistente debito pubblico, in presenza di forti tensioni internazionali e di una elevata incertezza politica in alcune economie avanzate, rappresentando i principali elementi di rischio per il sistema finanziario italiano.
I dati dell’ISTAT indicano che nel 2024 il PIL è cresciuto dello 0,7%.
A dicembre l’inflazione armonizzata al consumo era pari all’1,4%; la sua componente di fondo all1,8%.
In prospettiva, la riduzione dei tassi di interesse e il recupero del potere d’acquisto delle famiglie, favorito dalla moderata inflazione e dalla graduale ripresa delle retribuzioni, potranno fornire un impulso positivo all’economia.
L’alto livello del debito pubblico continua a rappresentare una significativa fonte di vulnerabilità per l’economia italiana.
Nel 2024 l’indebitamento netto è diminuito e, secondo il quadro programmatico del piano strutturale di bilancio di medio termine per gli anni 2025 – 29, dovrebbe continuare a ridursi progressivamente nei prossimi anni.
Tuttavia, il debito nel rapporto al prodotto è aumentato nel 2024 e continuerebbe a espandersi fino al 2026, anche per gli effetti dei crediti d’imposta sulle ristrutturazioni edilizie maturate negli anni precedenti.
La fase di instabilità politica in alcuni paesi della UE, successiva alle elezioni europee dello scorso giugno e le tensioni sul mercato azionario di agosto, hanno determinato un lieve ampliamento del differenziale di rendimento (Spread) fra i titoli di Stato italiani a 10 anni e i corrispondenti titoli tedeschi, che si è tuttavia rapidamente riassorbito.
Anche la volatilità dei prezzi dei titoli di Stato si è mantenuta su livelli modesti, pur mostrando temporanei aumenti nella fase di turbolenza.
Nel 2024 lo Spread tra i titoli pubblici italiani e quelli tedeschi è sceso di circa 50 punti base, collocandosi attorno a 115 punti alla fine dell’anno; a gennaio, e nella prima metà di febbraio 2025, è rimasto pressoché invariato.
In una situazione di generale solidità della condizione finanziaria delle famiglie, il Comitato continuerà a seguire gli sviluppi connessi con gli investimenti in strumenti di complessa valutazione, come i certificates e le cripto attività.
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