Il Teorema...un passo alla volta verso la direzione sbagliata
Parlare di mafia e corruzione non deve essere un tabù ma riconoscere un modo di essere e di manifestarsi, nel privato e nella collettività
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Un ‘avvocatura economicamente gratificata e non vessata da una imposizione previdenziale capestro , non alimenterebbe le fila del reticolato creato dal sistema per determinare soggezione e subordinazione. Queste ultime, costituiscono il vincolo per alimentare aspettative economiche e “di ruolo” capaci di gratificare chi, nella professione , non ripone alcuno slancio identitario e professionalmente meritevole di successo. Si unisce a questi elementi, la selezione, la formazione e l’ accesso ad un sistema dove il merito non è misura del valore. Dalla formazione all’inserimento del mercato del lavoro, la situazione deve restare com’è , la legge professionale unitamente all’obbligatorietà dell’iscrizione a cassa forense sono le principali tenaglie del sistema e la legge professionale, lo ripeto …è una “perfetta macchina da guerra “. Oggi chi ha dato causa al sistema persevera negli obiettivi per garantirlo e blindarlo da ogni interferenza fuori e dentro la categoria. Chi ne è stato buttato fuori o non ne ha ricevuto degna soddisfazione riempie le fila degli insoddisfatti o dei nuovi combattenti , cercando di riciclarsi, ruolo e dignità. La copertura istituzionale offerta dall’attuale governo è plastica rappresentazione che ormai il sistema è blindato. Tuona ancora irriverente utilizzare le espressioni corruzione e mafia del sistema ma solo perché si vuole evitare che anche l’avvocatura subisca i meccanismi di controllo e repressione necessari per evitare e sconfiggere lo stato delle cose. Eppure le mafie e corruttele sono ormai diverse e mutano al mutare e al susseguirsi degli eventi nel fluire della storia. Mafia e corruzione sono divenuti fenomeni ormai “trasparenti ed invisibili”e paradossalmente entrambe le qualificazioni sono l’una la diretta conseguenza dell’altra. Non c’è offesa, non c’è richiamo o sanzione alcuna da invocare per chi , con questi termini intende rappresentare lo “stato delle cose” è viceversa un espediente, per chi se ne ritiene sdegnato dall’uso, per evitare di assumersi la responsabilità di una denuncia doverosa che per ruolo, per funzione e per professione ogni cittadino/avvocato dovrebbe fare.
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