Infortuni mentre si va al bar? non riconosciuto, non è in itinere
Rosario De Luca, presidente della Fondazione studi dei consulenti del lavoro, commenta la decisione della Cassazione che ha accolto il ricorso dell'Inail contro l'indennizzo e invalidità del 10% per una donna

“La Cassazione si è rifatta un po’ a quella che è la normativa vigente e anche alle sentenze conseguenti. L’infortunio fuori dal luogo di lavoro, quello riconosciuto, è il cosiddetto infortunio in itinere, tipicizzato come quell’infortunio che accade, qualunque esso sia, anche l’incidente stradale nel percorso casa-lavoro, con quelle eccezioni, come accompagnare un figlio, ritenute essenziali e improrogabili. Tra queste, purtroppo, non c’è l’infortunio nel caso di un permesso concesso dall’azienda”. Così, con Adnkronos/Labitalia, Rosario De Luca, presidente della Fondazione studi dei consulenti del lavoro, commenta la decisione della Cassazione che ha accolto il ricorso dell’Inail contro l’indennizzo e invalidità del 10% per una donna, impiegata alla Procura di Firenze, che era uscita dal luogo di lavoro – autorizzata – per andare a prendere un caffè al bar e nel tragitto era caduta procurandosi un trauma al polso.
“C’è da dire -spiega ancora De Luca- che questa è una materia in grande evoluzione anche alla luce dello smart working e della necessità di regolamentazione di un lavoro fatto in modo diverso da quello tradizionale”.
Secondo De Luca, è innegabile che “la materia del lavoro in smart working, lontano da quello tradizionale, deve andare a contemplare anche queste situazioni”.
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