La denuncia dell'illegalità e i Ventuno Avvocati
Ieri con una riserva del giudice si è tenuta l'udienza di discussione del Ricorso ex art. 700 cpc che i Ventuno Avvocati hanno promosso avverso l'elezione di 9 Consiglieri del Cnf
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La propaganda di regime, nel corso dell’ultimo anno, vuoi per scelta predeterminata, vuoi per il consapevole stato comatoso di ignavia di tutta l’avvocatura, non ha dato alcun rilievo alla significativa battaglia giudiziaria intrapresa da pochissimi avvocati, Ventuno Avvocati, in tema di ripristino della legalità nelle istituzioni forensi. Ieri si è tenuta l’udienza di discussione del Ricorso ex art. 700 cpc che i Ventuno Avvocati hanno promosso avverso l’elezione di 9 Consiglieri del Cnf, avvenuta in violazione del limite del doppio mandato, compresa la posizione del presidente in carica. Il caso riferito è dunque sempre quello della violazione della regola del “doppio mandato”, la cui violazione , reiterata e volontaria, mostra agli italiani tutti, il Cnf, massima rappresentanza istituzionale dell’avvocatura, retta da un presidente illegale ed altri sodali che versano in analoga situazione. Inutile ripetere che il rispetto della regola del doppio mandato è l’unica garanzia posta dall’ordinamento per favorire l’alternanza democratica nelle istituzioni forensi, al fine di evitare la schlerotizzazioni delle rendite di posizione e principale baluardo posto ad evitare l’intensificarsi delle corruttele nelle istituzioni. Inutile ripercorrere i passaggi che hanno consentito all’avvocatura di intrappolarsi in una legge professionale macigno che tutela e garantisce il governo dei pochi e sempre “degli stessi”. La denuncia dell’illegalità è stata diversa, a seconda dei ruoli e delle professionalità coinvolte, sempre in uno scarsissimo numero rispetto ai coiscritti nell’ordine forense, ma al di là dei singoli contributi apportati è di palese evidenza l’intento di insabbiarne e sminuirne la portata ad opera dei coiscritti semplici, dei coiscritti che si dichiarano in lotta contro l’illegalità e da ultimo, ma solo per sequenza espositiva, dei rappresentanti istituzionali che si professano “fedeli alla legalità “. Onestà intellettuale ed analisi oggettiva, unitamente alla seria volontà di rifondare l’ordine forense a partire dal ripristino della legalità al suo interno, avrebbero imposto un sostegno , anche solo “mediatico” ed in termini di divulgazione per queste azioni giudiziarie , che indipendentemente dall’esito , costituiranno comunque una pietra miliare nel percorso di un auspicabile rinnovamento e cambiamento dell’avvocatura.
A fronte dell’isolamento , cui solitamente sono relegate queste posizioni vien normale interrogarsi sulle motivazioni, che con serenità espositiva e di intenti, ritengo siano imputabili alla conclamata ed irreversibile “Sclerotizzazione dell’intero sistema forense”. Al Cnf si respira aria “di morto” ed i successori silenti , anche loro in attesa dell’esito di queste azioni giudiziarie da cui trarranno giovamento “senza esporsi” , implicitamente restano in attesa del giusto momento per subentrare. Al netto di tutte le già espresse considerazioni sull’illegalità del Cnf e dell’intero sistema, la legalità in tanto sarà garantita se la regola del rispetto del Doppio Mandato sarà blindata costituzionalmente…perché le scheloritizzazioni e le rendite di posizione consolidate determinano il governo dei pochi a discapito delle minoranze ed alimentano anche e sopratutto le mafie istituzionali. Tanto premesso, nell’esprimere sincero e personale apprezzamento per l’attività promossa dai Ventuno Avvocati ricorrenti, auspico che tale vicenda possa costituire, indipendentemente dall’esito, che sommessamente ritengo positivo per le validissime argomentazioni addotte, inizio ed incoraggiamento a chi seriamente vorrà in futuro rendersi consapevole protagonista del cambiamento.
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