Anno: XXV - Numero 223    
Mercoledì 4 Dicembre 2024 ore 13:15
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La politica della inamovibilità e la lotta per la Legalità

Cambierà tutto ma non cambierà niente.

La politica della inamovibilità e la lotta per la Legalità

Il potere ha il suo fascino e corrompe chiunque si appresti ad inserirsi in situazioni ad esso correlato . In maniera ancor più forte ed evidente , per coloro che già ricoprono ruoli e funzioni istituzionali,  la tendenza a difendere e consolidare tale status e tutta la rete di rapporti ad esso correlato , assume toni ed evidenze estreme, sino all’eversione . L’avvocatura istituzionale illegale ormai si è blindata nel silenzio ed indifferenza verso la vicenda “doppio mandato”, tant’è che da parte del Presidente Mascherin, Cnf, Ocf ed alcuni Coa , non vi è stata alcuna dichiarazione e/o avvicinamento alla categoria per aprire un dialogo e rendere il ” conto ” ai coiscritti sugli eventi degli ultimi sette mesi. Atteggiamento grave ma ancor più grave e patetico, al tempo stesso istigatorio,  l’interesse ostentato  da queste istituzioni per altri argomenti, di cronaca e di diritto, rilevanti ma non così urgenti da richiedere comunicati sterili e fuorvianti al solo scopo di ribadire  alla categoria che le istituzioni forensi ancora esistono. La vicenda doppio mandato è di  importanza fondamentale per uno stato di diritto e per tutte le istituzioni, politiche  e non. È l’unico baluardo a fronte del dilagare delle cosidette   rendite di posizione cristallizzate nelle istituzioni ed è l’unica garanzia per favorire un ricambio democratico all’interno delle istituzioni stesse. Il Cnf nel tentativo di consolidare l’auto legittimazione ha creduto di distrarre la categoria con l’ ormai obsoleto richiamo ed affermazione dell’ avvocato in Costituzione , per arrogarsi meriti e prestigio , trascurando la sostanza dei veri problemi dell’avvocatura. Da ultimo la sigla dell’accordo sull’equo compenso, tra Cnf  e  Ministero, misura fantoccio ed arma di distrazione  di massa per evitare di intervenire sull’abolizione dei minimi slegati dal reddito, unica misura che darebbe respiro agli avvocati, unico intervento rispettoso del dettato Costituzionale in tema di proporzionalità tra il versato ed il guadagnato. Il Cnf si autofinanzia stipendi con i nostri soldi , cassa forense è serbatoio di altri investimenti e l’obbligatorietà imposta è la misura coercitiva per determinare selezione . Difficile rinunciare al sistema criminale così come articolato, difficile  rinunciare ad un meccanismo per il quale bisognerà prevedere “pezzi di ricambio” idonei al funzionamento dello stesso.

Ormai senza più parvenza di umana dignità continuano a sedere nelle istituzioni e si continua ad oltranza fino all’esaurimento degli incarichi e le dimissioni auspicate lasciano il passo a necessari interventi del Ministero.  Il commissariamento degli ordini, considerato dalla sottoscritta come estrema ratio , diviene davvero l’unica misura per intervenire in maniera decisiva nel degrado morale, intellettuale e istituzionale diffuso. La situazione , seppure in via di risoluzione per le azioni giudiziarie intraprese a tutela della legalità violata, resta grave e complessa nella sua risoluzione . Si rischia che la nuova classe dirigente dell’avvocatura sia un mero rimescolamento di interessi già pianificati ed organizzati. Costituzionalizzare il principio del doppio mandato, secondo regole e principi di ammissibilità tipizzati, dal dato temporale al possesso dei requisiti personali (curriculari e competenze)    unitamente ad una riformata legge professionale che rimodula il sistema elettorale per tutte le istituzioni forensi,  darebbe speranza e garanzia per la  vera alternanza nei ruoli istituzionali …e non solo garantirebbe una vera formazione democratica del consenso. Viviamo ormai il paradosso secondo il quale  la libertà di esprimere il dissenso ed il malumore per l’illegalità , comunque espressa, dai toni moderati a quelli esasperati è definita ”  linguaggio dell’odio” . Questo è il messaggio che si tenta di veicolare nel chiaro intento di non dare risposta alcuna a quell’avvocatura che da tempo  rivendica il rispetto delle norme ed il ricambio democratico all’interno delle istituzioni forensi. Si invita quindi  a placare il linguaggio dell’odio ma non si censurano le posizioni dei plurimandatari che siedono e presiedono il Cnf. Si cerca di spostare l’attenzione , si inverte la prospettiva e la denuncia della Legalità violata va condannata, il tutto nell’imminenza delle azioni giudiziarie che vedono coinvolte le posizioni di chi siede ancora illegalmente nelle istituzioni forensi. L’ avvocatura italiana non ha futuro. Non esistono garibaldini pronti a liberare ed unificare la categoria né leader che siano in grado di effettuare il ricambio invocato e  se ci saranno probabilmente “Saranno pronti a fare da  carabinieri ai loro precedenti alleati”. La storia si ripeterà  implacabile nel segno di una protesta silenziosa, una protesta sorda ed affossata dall’esercito dei coiscritti, muti servi del regime. Che magnifica finzione la realtà.

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