La Rai continua, a spese del contribuente, verso il declino
La Tv di Stato sembra un condominio
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Avete presente quegli amministratori di condominio che, ogni volta che c’è da intervenire, dopo che li avete chiamati anche tre volte cominciano a dare ragione a tutti e, alla fine non risolvono nulla e voi vi tenete i fumi della graticola dal balcone del vicino e l’auto fissa di un altro al vostro spazio nel cortile?
È quello che si percepisce leggendo l’intervista che il quotidiano La Repubblica ha fatto al presidente della Rai, Marcello Foa (1), un’azienda con 14 canali tv, 12 radiofonici, che noi contribuenti paghiamo con 1,8 miliardi di cosiddetto canone e che è oltre il 20mo posto della classifica dei web pubblici di informazione più visitati (Bbc e France Television sono tra i primi) perché al “fattore Internet nessuno ci ha creduto veramente”.
Inoltre, avete presente il presidente di un’azienda nominato dalla proprietà (lo Stato italiano nel caso Rai), che sostiene essere sbagliata la natura di questa proprietà (i partiti che comandano) ma che nel contempo fa finta di non aver applicato la spartizione tra tutti questi partiti per ogni angolo della stessa azienda? Questo dice Foa.
Sì, forse è eccessivo e fuorviante paragonarlo ad un amministratore di condominio che, alla fine, magari con l’intervento di un giudice terzo, i problemi vengono risolti. In Rai i problemi ci sono, vengono elencati e rimangono lì, anche perché il giudice terzo (commissione parlamentare di vigilanza) dovrebbe esprimersi su quei partiti grazie ai quali la stessa commissione esiste. Il classico controllore e controllato che combaciano (metodo molto diffuso in tutta la pubblica amministrazione).
Il risultato della presidenza Foa è più o meno al pari di quelle precedenti e innegabilmente simile a quelle future (nonostante la nomina sarà decisa dal premier Mario Draghi nella sua funzione “aspirina”… che tutto allevia).
Insomma, la politica (e Foa, checché ne dica lui, è un politico) parla a se stessa, tramanda di padre in figlio l’azienda della famiglia che vive del balzello imposto ai sudditi. Avanti il prossimo.
A.D. 2021, globalizzazione e liberalizzazione dell’informazione e dell’economia, un possesso dei mezzi di produzione (Stato) che non dovrebbe più dare il potere ma opportunità per servizi erogati da chi non è Stato…. E noi siamo con questa informazione/intrattenimento di Stato, in palese violazione della volontà degli elettori (referendum) e della legge (che aveva previsto la privatizzazione dal 2004) (2), nonchè in violazione di quei dettami antitrust (abuso posizione dominante verso i concorrenti che non hanno il canone) che avrebbero fatto chiudere qualunque altra azienda.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
2 – https://tlc.aduc.it/comunicato/dove+va+rai+perche+non+si+applicano+leggi_32865.php
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