La riforma morale della classe dirigente
Le cariche pubbliche vanno espletate con disciplina ed onore e il giuramento consacra questo obbligo.
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Ciò vale in ogni tempo e con ogni maggioranza di Governo.
Spesso vediamo invece la mediocrità che piano piano si inabissa.
Il vittimismo è la corazza della mediocrità; l’idea del “complotto” denuncia siffatta mediocrità e il cosi’ “facevan tutti ” lo certifica.
I partiti di oggi, diceva Enrico Berlinguer nella famosa intervista di Eugenio Scalfari del 1981, hanno degenerato e questa è l’origine dei malanni d’Italia!
I partiti di oggi, continuava, sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente idee, ideali, programmi pochi o vaghi sentimenti e passione civile zero.
Gestiscono interessi più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune.
La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l’iniziativa; sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un boss e dei sotto-boss.
Si presentano, aggiungo io, con programmi che sanno in partenza essere inattuabili (cancelleremo la Fornero-per esempio )ma predisposti ad arte per catturare il consenso nell’urna e ogni mossa rincorre il consenso sul breve.
Chi vuol esser lieto, sia, del doman non c’è certezza, ma lo scriveva Lorenzo de Medici che incarnò l’ideale rinascimentale dell’uomo come pochi altri, mentre oggi fatichiamo nel basso impero.
Servono stringenti criteri di selezione della classe dirigente, informati alla disciplina ed onore.
Sono parole semplici e gravi che evocano condotte dignitose, rigorosa osservanza di norme e regole, coinvolgendo il profondo della persona
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