Le proposte di riforma della legge professionale forense
È una battaglia comune contro gli ostacoli imposti per legge al libero esercizio della professione forense
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Proposta di legge depositata a firma dell’ On. Avv. Andrea Colletti C. 2441 del 19 marzo 2020, recante modifiche alla legge 247/2012 e alla legge 113/2017; Proposta di legge a firma dell’On. Enza Bruno Bossio AC 1237 del 4 ottobre 2018. Il rumore sollevato dalla crisi reddituale degli avvocati, enfatizzato dalla emergenza pandemica e la distanza mostrata dall’ente Cassa Forense nei confronti dell’avvocatura, vede le masse mobilitate per ottenere giustizia. L’esigenza di procedere ad una riforma della legge professionale, in questo momento storico, è viva e reale ed impone soluzioni concrete per traghettare l’avvocatura verso obiettivi ed orizzonti più vicini alle reali esigenze , superando i limiti posti dall’attuale legge professionale. Il progetto di legge a firma del deputato Andrea Colletti è adeguato alle esigenze del momento storico che stiamo attraversando, perché risponde a tutte le criticità avanzate da chi ritiene che vada smantellato il sistema a maglie e griglie innescato dall’attuale legge professionale, che allo stato, tiene sotto ricatto la nostra categoria. La politica non può dunque non cogliere la “necessità di intervenire”… È quindi un bene che la politica presti attenzione alle vicende dell’avvocatura e avverta come non più rinviabile, l’esigenza di riformare una legge professionale vecchia, una legge capestro, una legge che da perfetta macchina da guerra imbriglia la professione forense…il tutto nella completa assenza di contributi da parte del resto dell’avvocatura. La circostanza va accolta con favore per il principio del libero confronto e del ” contraddittorio tecnico” su esigenze comuni sentite dalla categoria. Questi i punti essenziali della proposta di legge a firma dell’ On. Colletti: 1)Abolizione dell’iscrizione obbligatoria a Cassa Forense, quale effetto automatico dell’iscrizione all’albo; 2) divieto di esigere contributi minimi o obbligatori non proporzionali al reddito; 3) eliminazione dei compiti di formazione in capo ai consigli dell’ordine e tutti gli adempimenti relativi alla “formazione”; 4) estensione dell’elettorato attivo e passivo al Cnf a tutti gli avvocati ; elettorato attivo al Cnf : ogni singolo avvocato iscritto all’Ordine può esprimere il suo voto ; 5) abolizione del requisito della esclusività dell’esercizio della professione; 6) modifica del sistema di accesso alla professione forense con l’introduzione della sola prova orale. Questi, in sintesi, i punti più evidenti, per ridisegnare in futuro, lo scheletro di una professione, distrutta dal malaffare e dall’esigenza di tutelare le rendite di posizione dei pochi…ai danni della moltitudine. Queste le linee generali del progetto di riforma che rappresentano le esigenze di cambiamento manifestate dall’avvocatura che lotta per la tutela dei diritti , dalla previdenza all’ordinamento forense. Si attribuisce al professionista la libertà di scelta sul regime previdenziale da adottare; si svincola l’imposizione previdenziale da parametri non legati all’effettivo reddito prodotto, restituendo dignità ed effettivo rispetto dei principi costituzionalmente orientati in tema di contribuzione; formazione libera e non a punti per gli avvocati; garanzia di un consenso democraticamente orientato nella scelta dei propri rappresentanti al Cnf ; ripensamento dei criteri di accesso alla professione forense. Tutto sommato, allo stato, “salvo modifiche” espressione mutuata anche dalla politica …è incoraggiante , sopratutto in questo momento, un altro segnale di questo tipo lanciato nella direzione di una riforma strutturale del sistema ! È infatti doveroso precisare che, allo stato, pende in Parlamento altro progetto di Legge AC 1237 del deputato Enza Bruno Bossio , presentato il 4 ottobre 2018, assegnato alla II Commissione Giustizia in sede referente il 2 aprile 2019 e al parere delle Commissioni : I Affari Costituzionali, V Bilancio e Tesoro, XI Lavoro e XIV Politiche UE. Proposta di Legge, anche quella dell’ On. Enza Bruno Bossio, concretamente vicina alle esigenze della categoria che, l’avvocatura attenta alle proprie vicende, ha sostenuto e sta attualmente sostenendo. Interessanti i rilievi e contestazioni agli artt. 21, 22, 41 e 46 della nostra Legge Professionale , l’abolizione del requisito dell’esercizio effettivo, continuato, abituale e prevalente della professione per l’iscrizione nell’albo degli avvocati, dell’ammissione al patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori e la modifica dell’esame per l’abilitazione all’esercizio della professione e sopratutto , in tema di contribuzione previdenziale, l’abolizione dei minimi slegati dal reddito e l’applicazione dei criteri di progressività e proporzionalità. Diversi schieramenti politici dimostrano dunque interesse e sensibilità alle criticità della professione forense e l’auspicio è che tali progetti non restino nell’archivio della memoria parlamentare e trovino il coordinamento e l’appoggio delle altre forze politiche in campo. È una battaglia comune contro gli ostacoli imposti per legge al libero esercizio della professione forense, una battaglia al fianco dei giovani avvocati, una battaglia contro un sistema diventato disfunzionale perché, ad oggi, premia il mercato degli affari contro la funzione e la dignità dell’avvocatura.
Dovrebbe essere la battaglia di tutti gli Avvocati…
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