L’interprete di Lingua dei Segni italiana in ambito sanitario.
Spesso viene trascurato il principio basilare che per garantire l'accesso alle cure sia necessaria una efficace comunicazione tra il paziente e gli operatori sanitari, oltre che l’accessibilità ai percorsi di prenotazione delle prestazioni sanitarie.
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Il diritto alla salute è sancito dall’art. 32 della Costituzione italiana. Spesso viene trascurato il principio basilare che per garantire l’accesso alle cure sia necessaria una efficace comunicazione tra il paziente e gli operatori sanitari, oltre che l’accessibilità ai percorsi di prenotazione delle prestazioni sanitarie. Mentre in quest’ultimo caso l’utilizzo dei servizi di posta elettronica, di messaggistica o di prenotazione online rappresentano un valido ausilio per l’abbattimento delle barriere alla comunicazione, durante tutte quelle prestazioni sanitarie che implicano una relazione tra il paziente sordo segnante e l’operatore sanitario la presenza dell’interprete di lingua dei segni consente di garantire piena accessibilità all’utente e al professionista incaricato delle cure. Nonostante non si sia ancora realizzato l’auspicato riconoscimento della Lingua dei Segni italiana da parte delle istituzioni, alcune strutture sanitarie si sono dotate di un servizio di interpretariato LIS in aggiunta a quello fornito per altre lingue vocali appoggiandosi ad agenzie di traduzione e interpretariato, oppure avvalendosi di servizi gratuiti per il cittadino predisposti dagli enti locali o ancora contattando di volta in volta direttamente il singolo interprete professionista. È decisivo sottolineare l’aspetto relativo alla formazione dell’interprete e all’importanza di avvalersi di un professionista, data la particolare natura della relazione tra medico e paziente, la rilevanza delle informazioni veicolate durante una visita o un intervento, la natura sensibile di tali informazioni e l’aspetto legato al rispetto della privacy del paziente. Tutto questo richiede una solida preparazione linguistica, culturale legata alle diverse modalità di comunicazione, etica e deontologica. Attualmente i percorsi formativi per interpreti LIS non prevedono specializzazioni in ambito medico-sanitario, quindi il professionista si forma attraverso eventi dedicati che rientrano in un programma di formazione continua normalmente offerto dalle associazioni di categoria professionale in Italia e all’estero, ma anche attraverso l’esperienza diretta di lavoro durante gli incarichi in ambito medico sanitario e la fase di preparazione e di studio che li precede maturando specifiche conoscenze, abilità e competenze. L’interpretariato in ambito sanitario è oggetto di studio anche in campo internazionale. Solo per citare alcune esperienze significative, nel 2013 a Dublino sono stati illustrati i risultati del progetto Medisigns, frutto della collaborazione tra le università di Nicosia (Cipro) e Stoccolma (Svezia), la Heriot-Watt (Edimburgo) e il Trinity College (Dublino) e finanziato dall’Unione Europea.L’obiettivo del progettoeraidentificaree diffondere i principi alla base di un’interpretazione di qualità nel settore dellasalute pubblica e su come questasi realizzasse attraverso la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti: professionista sanitario, paziente e interprete. Nel 2017 a Tolosa il Forum Europeo degli Interpreti di Lingua dei Segni (efsli) ha dedicato un intero convegno all’interpretariato nelle lingue dei segni in ambito medico sanitario: una delle questioni emerse riguardava l’inconsapevolezza da parte dei sanitari rispetto alle modalità comunicative delle persone sorde, rispetto al ruolo dell’interprete e alle buone prassi da mettere in atto quando si usufruisce di un professionista della comunicazione. La recente pandemia di SarsCoV2 ha posto gli interpreti di lingua dei segni di fronte al problema del rischio di contagio durante lo svolgimento della propria attività in contesto ospedaliero o ambulatoriale. Le strategie messe in campo dai professionisti per assicurare la propria salute e quella dei soggetti coinvolti durante l’incarico sono state molteplici: prima di tutte un adeguato distanziamento interpersonale o il posizionamento dietro le apposite barriere in plexiglass laddove presenti, oltre al rigoroso rispetto delle norme igieniche prescritte. L’importanza che le espressioni del viso rivestono nella sintassi della lingua dei segni hanno spesso reso difficoltoso l’utilizzo di alcuni dispositivi di protezione individuale come le mascherine, data anche l’assenza in commercio di mascherine trasparenti validate dall’Istituto Superiore di Sanità e secondo la norma Uni En 14683. Il video interpretariato a distanza ha spesso rappresentato una soluzione ragionevole, soprattutto se organizzato con il dovuto anticipo e con la strumentazione adatta. Tutte queste suggestioni hanno avviato un confronto tra gli interpreti professionisti con l’obiettivo di identificare soluzioni e buone prassi che garantiscano la migliore riuscita possibile dell’interazione comunicativa tra i sanitari e il paziente sordo anche in situazioni di emergenza.
Si ribadisce quindi l’importanza dell’accessibilità alle prestazioni sanitarie, garantita dal ricorso all’interprete Lis; si ricorda che la scelta deve necessariamente cadere su un professionista qualificato e preparato e non su una persona solamente competente in lingua dei segni, a garanzia non solo di una prestazione tecnicamente di qualità ma anche del possesso di una solida deontologia professionale, a tutela dei pazienti e del lavoro dei sanitari: in questo senso, l’appartenenza del professionista ad un’associazione di categoria professionale rappresenta un’ulteriore garanzia attraverso l’attestazione di qualità esigibile ai sensi della Legge 4/2013. Non da ultimo, si sottolinea che la buona riuscita dell’interazione comunicativa tra le parti è il risultato della collaborazione tra le parti stesse ed è quindi importante la condivisione preliminare delle informazioni e la cooperazione durante l’interazione sanitario/interprete Lis/paziente.
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