L’oligarchia forense
I Greci chiamavano oligarchia un regime politico nel quale il potere fosse in mano di pochi.

«I Greci chiamavano oligarchia un regime politico nel quale il potere fosse in mano di pochi. Tuttavia non sempre un governo di pochi risponde alla nozione greca di oligarchia: quando il governo è affidato a pochi che per nobiltà e ricchezza e per tradizionale esperienza politica siano atti e disposti a ben governare lo stato ed esercitino il potere nell’interesse pubblico e non nell’esclusivo interesse loro, si ha un’aristocrazia, governo utile e giusto. Nelle fonti dottrinarie, per giungere alla definizione dell’oligarchia, si cerca di stabilire il criterio in base al quale l’oligarchia si distingue dall’aristocrazia. Tale criterio è variamente indicato e ora riguarda la forma, il modo cioè con cui il potere sovrano della πόλις si è costituito (con la violenza o col consenso), ovvero viene esercitato (senza leggi o secondo la legge); ora, invece, lo scopo che il potere ha di mira (l’interesse dei pochi che sono al potere o l’interesse dei consociati). Sempre, tuttavia, qualunque criterio si assuma, oligarchia è potere illegittimo e ingiusto, che si oppone ad aristocrazia, governo legittimo e giusto, come la monarchia (v.) si oppone alla tirannide e la retta democrazia (la πολιτεία di Aristotele) alla democrazia violenta, o demagogia. D’altro lato, poiché gli scrittori greci classici osservano i problemi politici da un punto di vista prevalentemente economico, l’oligarchia, governo di pochi, è il governo dei ricchi, come la democrazia, governo di moltitudine, è il governo dei poveri. Non è però oligarchico quel governo nel quale i ricchi siano bensì al potere, ma lo esercitino nell’interesse di tutti. Solo i sofisti, in quanto consideravano sempre il potere come il prevalere di una classe sulle altre e il diritto come la norma che l’uomo o la classe che predomina impone ai soggetti, toglievano ogni importanza, anche teorica, alla differenza fra oligarchia e aristocrazia» (Treccani voce Oligarchia).
L’oligarchia forense, a mio giudizio, è reddituale come risulta dalla tabella che allego.
Gli avvocati che dichiarano redditi superiori al reddito pensionabile sono 15.798, pari al 7% del totale che è di 241.830.
Ma è una oligarchia che considera gli iscritti dei “sudditi” perché nega loro l’accesso agli atti della riforma previdenziale prima del voto del CDD così come l’Ufficio di Presidenza del Congresso Forense dichiara inammissibili tutte le mozioni che riguardano il delicato tema della monocommittenza, come dichiarato sui social da MGA, Sindacato Nazionale Forense.
In buona sostanza sui grandi temi la democrazia, cioè il governo dei poveri, non ha ascolto.
Da Diritto e Giustizia
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