L'Ue agisca come un unico Stato, servono almeno 800 miliardi l'anno
Mario Draghi fa risuonare la sveglia.
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Nuovo appello di Mario Draghi alle istituzioni europee: “È sempre più chiaro che dobbiamo agire sempre di più come se fossimo un unico stato. La complessità della risposta politica che coinvolge ricerca, industria, commercio e finanza richiederà un livello di coordinamento senza precedenti tra tutti gli attori: governi e parlamenti nazionali, commissione e parlamento europeo” afferma l’ex presidente della Bce intervenendo a una seduta del Parlamento europeo. “Quando è stato scritto il rapporto sulla competitività il tema geopolitico principale era l’ascesa della Cina. Ora, la Ue dovrà affrontare i dazi imposti dalla nuova amministrazione statunitense nei prossimi mesi, ostacolando il nostro accesso al nostro più grande mercato di esportazione”. Non solo: “in futuro potremmo anche affrontare politiche ideate per attrarre le aziende europee a produrre di più negli Stati Uniti, basate su tasse più basse, energia più economica e deregolamentazione. E, se le recenti dichiarazioni delineano il nostro futuro, possiamo aspettarci di essere lasciati in gran parte soli a garantire la sicurezza in ucraina e nella stessa Europa”.
Al nuovo contesto attorno all’Ue “la risposta deve essere rapida, perché il tempo non è dalla nostra parte, con l’economia europea che ristagna mentre gran parte del mondo cresce. Deve essere commisurata all’entità delle sfide. E deve essere focalizzata sui settori che guideranno l’ulteriore crescita. Velocità, scala e intensità saranno essenziali” afferma Draghi parlando all’Eurocamera delle sfide della competitività Ue. “Dobbiamo abbattere le barriere interne, standardizzare, armonizzare e semplificare le normative nazionali e spingere per un mercato dei capitali più basato sull’equity”.
Quanto al “sistema di difesa dell’Ue”, “è una delle nostre diverse vulnerabilità dove la frammentazione della capacità industriale lungo le linee nazionali impedisce la necessaria scala”. “Anche se siamo collettivamente il terzo Paese al mondo per spesa, non saremmo in grado di soddisfare un aumento della spesa per la difesa attraverso la nostra capacità produttiva”, ha puntualizzato, sottolineando che i “nostri sistemi di difesa nazionali non sono né interoperabili né standardizzati in alcune parti chiave della catena di fornitura. Questo è uno dei tanti esempi in cui l’Ue è inferiore alla somma delle parti”.
“Dalla pubblicazione del rapporto, i cambiamenti avvenuti sono sostanzialmente in linea con le tendenze delineate. Ma il senso di urgenza di intraprendere il cambiamento radicale auspicato dal rapporto è diventato ancora più forte. In primo luogo, il ritmo dei progressi dell’IA si è accelerato rapidamente. I modelli di frontiera hanno raggiunto quasi il 90% di accuratezza nei test di riferimento per il ragionamento scientifico, superando i punteggi degli esperti umani. Inoltre, i modelli sono diventati molto più efficienti: i costi di addestramento sono diminuiti di un fattore dieci e quelli di inferenza di un fattore venti”, ha osservato Draghi nel suo intervento.
“Per il momento, la maggior parte dei progressi avviene al di fuori dell’Europa. Otto degli attuali dieci modelli linguistici di grandi dimensioni sono stati sviluppati negli Stati Uniti, mentre gli altri due provengono dalla Cina. Ogni giorno che passa, la frontiera tecnologica si allontana da noi, ma il calo dei costi è anche un’opportunità per recuperare più velocemente”, ha puntualizzato. “In secondo luogo, i prezzi del gas naturale rimangono altamente volatili, con un aumento di circa il 40% da settembre, e i margini sulle importazioni di Gnl dagli Stati Uniti sono aumentati in modo significativo dallo scorso anno. Anche i prezzi dell’energia elettrica sono generalmente aumentati in tutti i Paesi e sono ancora 2-3 volte superiori a quelli degli Stati Uniti. E abbiamo visto il tipo di tensioni interne che potrebbero sorgere se non si agisce con urgenza per affrontare le sfide create dalla transizione energetica. Ad esempio, durante la grave dunkelflaute del dicembre dello scorso anno – quando l’energia solare ed eolica è scesa quasi a zero – i prezzi dell’energia tedesca sono aumentati di oltre dieci volte rispetto alla media annuale. Parallelamente, le crescenti minacce alle infrastrutture critiche sottomarine sottolineano l’imperativo di sicurezza di sviluppare e proteggere le nostre reti”, ha spiegato l’ex presdente della Bce.
“In terzo luogo, quando è stato redatto il rapporto, il tema geopolitico principale era l’ascesa della Cina. Ora, nei prossimi mesi l’Ue dovrà affrontare i dazi imposti dalla nuova amministrazione statunitense, che ostacoleranno l’accesso al nostro principale mercato di esportazione, ha ancora aggiunto Draghi, che si è rivolto ai rappresentanti dei parlamenti nazionali europei in occasione della European Parliamentary Week 2025.
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