Morti sul lavoro: uccisi dal blocco del turnover
Le richieste di accertamenti “rigorosi”, provenienti dal mondo politico ad ogni disgrazia nei cantieri, nasconde la inadeguatezza dei controlli, i requisiti di sicurezza dei luoghi di lavoro, e le dotazioni personali degli operatori vittime degli incidenti.
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Questo stillicidio di morti non è conseguenza ineluttabile del caso ma dei mancati controlli sugli adempimenti prescritti dalla normativa vigente, dovuti essenzialmente alla carenza di personale ispettivo. Nel settore, infatti, come in altri comparti delle pubbliche amministrazioni, il desiderio di far quadrare i conti ha spinto i governi nel corso degli ultimi anni a ridurre il numero degli addetti bloccando il turnover.
È stata una politica folle, che ha impoverito le pubbliche amministrazioni, private di addetti ai vari livelli di funzioni, con le conseguenze che conosciamo. Ma se le carenze in un normale ufficio amministrativo possono esclusivamente ritardare gli adempimenti richiesti dai vari procedimenti, i mancati controlli in tema di sicurezza mettono a rischio la vita dei lavoratori e danneggiano le imprese che possono subire blocchi nelle produzioni, oltre che gli effetti di responsabilità penali e civili che inevitabilmente ne macchiano l’immagine, con effetti anche sul loro affidamento sul mercato.
Questa situazione di grave disagio è ben nota alle forze politiche, le quali hanno il dovere di affrontare il tema dell’adeguatezza degli organici dal punto di vista numerico e professionale. Ben possono, operando in sintonia, governo e opposizione, rimediare alle attuali carenze degli organici, tra l’altro dando spazio a giovani professionisti preparati ma in attesa di occupazione.
È un impegno che non può tardare, non solo perché è inammissibile che una persona esca di casa per andare al lavoro ed a sera si ritrovi in ospedale o all’obitorio. È una vergogna ma, come detto, anche una grave lesione dell’interesse delle imprese che pensano di risparmiare qualcosa evitando gli adempimenti di sicurezza richiesti dalle leggi.
Mi auguro che si passi dalle proteste formali ai fatti, dalle frasi di circostanza a proposte concrete, da attuare rapidamente perché ogni giorno perduto è una vita che si spegne per colpa della politica.
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