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Giovedì 28 Novembre 2024 ore 13:00
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Nel Pnrr i piccoli comuni scontano l’assenza di professionalità tecniche

Lo ha detto Tommaso Miele, Presidente aggiunto della Corte dei conti

Nel Pnrr i piccoli comuni scontano l’assenza di professionalità tecniche

Intervenendo all’incontro ‘Lo Scenario delle Professioni: oggi e domani’, organizzato da TeamSystem e The European House-Ambrosetti, il Presidente aggiunto della Corte de conti e Presidente della Sezione giurisdizionale per la Regione Lazio, Tommaso Miele, ha gettato acqua sul fuoco della polemica tra ambienti del Governo e la Magistratura contabile a seguito delle osservazioni formulate dai giudici di viale Mazzini a proposito dell’attuazione dei programmi finanziati dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

“Non più tardi di 40 giorni fa – ha precisato Miele – la Corte dei conti ha presentato nella Sala della Regina a Montecitorio la relazione semestrale sul Pnrr e si sono certamente evidenziate talune criticità nell’attuazione dei progetti, ma è stato evidenziato anche il grande sforzo che sta facendo il governo per intercettare queste risorse… impresa titanica – ha aggiunto l’alto magistrato – perché abbiamo una Pubblica amministrazione impreparata, non perché non ci siano risorse, che sono tantissime e buone, ma perché l’impegno è tale che richiede professionalità che attualmente non ci sono”.

La relazione della Corte dei conti ha messo in evidenza, infatti, che “in tanti casi le Amministrazioni pubbliche, soprattutto i piccoli Comuni hanno scontato l’assenza di professionalità tecniche”.

Del resto, il tema è noto e non da poco tempo. Le amministrazioni pubbliche italiane, regioni e comuni soprattutto, hanno dimostrato negli anni di avere difficoltà a progettare, nei termini richiesti dall’Unione Europea, iniziative finanziate con fondi comunitari.

Riandando alla polemica dei giorni scorsi, che aveva provocato anche precisazioni dell’Associazione Magistrati della Corte dei conti e del suo Presidente, Paola Briguori, Miele ha insistito sul fatto che, segnalando ritardi, la Corte non abbia inteso criticare il Governo che i progetti ha ereditato dal precedente. “Il controllo – ha precisato Miele – è stato svolto nell’interesse dell’Amministrazione, attraverso un monitoraggio della realizzazione e dell’attuazione dei progetti del Pnrr. Pertanto, alcune reazioni anche da parte di ambienti governativi credo siano state frutto di un equivoco”. “L’aver evidenziato determinati ritardi – ha aggiunto – non era una era certamente un giudizio negativo sull’azione del governo. In realtà il monitoraggio è finalizzato non solo a verificare la legittimità, come tradizionalmente avviene, ma anche la tempestività dell’azione amministrativa. E non devo rivelarlo qui io quanto sia importante la tempestività per intercettare le risorse del Pnrr. Quindi era finalizzata alle stesse amministrazioni, non certamente a dare un giudizio negativo per interloquire con la Commissione europea”. Ed ha concluso: “credo sia stato solo un equivoco, che sia stato già chiarito”.

Ce lo auguriamo anche noi. La leale collaborazione tra istituzioni dello Stato è fondamentale per la realizzazione dei programmi di Governo il quale deve, tuttavia, guardare alla magistratura contabile con fiducia nel suo ruolo prezioso, che si affianca agli uffici pubblici per assicurarne la buona amministrazione.

“La Corte dei conti – ha continuato Miele – viene spesso percepita con terrore: si è parlato, se n’è anche abusato, della ‘paura della firma’ che blocca i cantieri; io conosco bene questo fenomeno e sono il primo a riconoscere che la ‘paura della firma’ esiste. Del resto, da giudice, spesso mi metto nei panni di chi è dall’altra parte ed è convenuto innanzi alla Corte per dover risarcire ingenti somme di denaro e va considerato che abbiamo una legislazione contorta, contraddittoria e pessima”.

Del resto, Miele aveva altre volte affrontato il tema della cosiddetta “amministrazione difensiva”, anche in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della Sezione Lazio. “Nel periodo del Covid – ha ricordato al The European House-Ambrosetti – ci siamo superati, abbiamo toccato veramente il colmo perché siamo riusciti a modificare, in sede di conversione di un decreto-legge, magari norme che dovevano ancora essere convertite in legge, che però erano a tutti gli effetti in vigore. E questo ha reso difficile anche per noi operatori del diritto trovare la norma regolatrice di una fattispecie. Se poi ci mettiamo leggi, leggine, regolamenti, linee guida, per gli amministratori è veramente difficile. E dunque la paura, quando si firma, di incappare in un giudizio di responsabilità per danno erariale esiste e la Corte dei conti ne è consapevole e valuta la condotta del funzionario alla luce delle difficoltà obiettive che incontra nell’esercizio delle sue funzioni per comprendere se ha effettivamente concorso con negligenza grave alla realizzazione del danno denunciato”. Ed ha proseguito: “Non è creando sacche di impunità che si attenua la ‘paura della firma’, ma con una migliore regolazione, e l’approvazione del nuovo Codice Contratti va in questa direzione”.

 

Ed ha concluso con una proposta: “il legislatore dovrebbe valorizzare il ruolo della Corte anche sul fronte del controllo e della funzione consultiva”. Nel senso che “l’amministratore o il dirigente che si trovano in difficoltà e hanno paura di mettere la firma, dovrebbero avere la possibilità di inoltrare una richiesta di controllo preventivo. Questa procedura esiste già per talune fattispecie, solo che ne andrebbe ampliata la sfera”. In questo modo, “l’Amministrazione pubblica che ha dubbi se fare un appalto in un certo modo, potrebbe oltrepassare il rischio di vederselo dire in sede giurisdizionale”. Tutto questo, oltretutto, senza comportare ritardi: “Se il legislatore mettesse la Corte in condizioni di svolgere effettivamente queste funzioni – ha osservato Miele – consentendo ad esempio alle Sezioni regionali di controllo, alle quali si rivolgono i Comuni, di svolgere effettivamente questa funzione, la funzione consultiva, già prevista dalla legge “La Loggia”, potrebbe assicurare quella forma di collaborazione costruttiva da tutti auspicata perché l’azione amministrativa non si discosti dai canoni della legalità, dell’efficienza e della economicità che tanto stanno a cuore ai cittadini-contribuenti”.

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