Puoi ingannare tutti per qualche tempo, alcuni per tutto il tempo
Ma non puoi ingannare tutti per sempre
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Il bilancio a lungo termine dell’UE, unito all’iniziativa NextGenerationEU, uno strumento temporaneo pensato per stimolare la ripresa, costituirà il più ingente pacchetto di misure di stimolo mai finanziato dall’UE. Per ricostruire l’Europa dopo la pandemia di COVID-19 verrà stanziato un totale di 1.800 miliardi di euro. L’obiettivo è un’Europa più ecologica, digitale e resiliente.
Il nuovo bilancio a lungo termine potenzierà i meccanismi di flessibilità volti a garantire la possibilità di fare fronte a esigenze impreviste. Sarà quindi adeguato non solo alle realtà attuali, ma anche alle incertezze future.
Il 10 novembre 2020, in sede di Consiglio, il Parlamento europeo e gli Stati membri hanno raggiunto un accordo sul prossimo bilancio a lungo termine dell’UE e su NextGenerationEU. L’accordo andrà a rafforzare programmi specifici nel quadro del bilancio a lungo termine per il periodo 2021-2027, per un totale di 15 miliardi di euro di finanziamenti.
Elementi principali del nuovo accordo
Oltre il 50% dell’importo sosterrà la modernizzazione tramite:
– la ricerca e l’innovazione, portate avanti con il programma Orizzonte Europa;
– le transizioni climatiche e digitali eque, attraverso il Fondo per una transizione giusta e il programma Europa digitale;
– la preparazione, la ripresa e la resilienza, attraverso il dispositivo per la ripresa e la resilienza, rescEU e un nuovo programma per la salute, EU4Health.
Il pacchetto finanzierà anche:
– politiche tradizionali, come la politica di coesione e la politica agricola comune, per garantire la stabilità e la modernizzazione;
– la lotta ai cambiamenti climatici, a cui verrà riservato il 30% dei fondi europei, la più alta percentuale di sempre per il bilancio dell’UE;
– la protezione della biodiversità e la parità di genere.
Il Sole 24Ore ha allegato al quotidiano il numero speciale con il Recovery Plan Italia.
Invito tutti a leggerlo e agli avvocati, in particolare, a leggere le pagine 52, 53, 54, 55 e 56 e cioè il box che riguarda la riforma della giustizia: processo civile, ordinamento giudiziario, processo penale.
Troverete un’elencazione dei temi sui cui si è molto parlato con contestazioni radicali alle riforme Bonafede, privi di una visione complessiva, di un cronoprogramma e di cosa si vuole fare della giustizia, così come, del resto, per tutti gli altri box.
È la mia interpretazione, certo, ma non a caso la Commissione Europea ha già avvertito che il Recovery Plan andrà discusso e rafforzato con Bruxelles.
Del resto lo stesso Organismo Congressuale Forense, nella sua nota dell’08.01.2021, inviata al CNF, a Cassa Forense e ai Presidenti dei COA e delle Associazioni forensi, sottolinea che «Il documento articolato e organico (del CNF), in disparte ogni considerazione sulla mancata preventiva concertazione (più volte richiesta senza esito) con l’Organismo e tutte le altre componenti dell’Avvocatura, interviene sul tema dell’impiego delle risorse rivenienti dal cd. “recovery fund” ovvero dell’uso di uno strumento straordinario (e senza precedenti nella più recente storia repubblicana) che, sul piano generale, ha una prospettiva temporale potenzialmente idonea a delineare il futuro del nostro Paese: conseguentemente, le scelte su questi temi vanno adeguatamente ponderate in un’adeguata prospettiva strategica, in quanto contribuiranno a delineare il quadro della Giurisdizione nei prossimi decenni e investono un tema che riguarda direttamente la professione forense, la sua composizione e la sua sostenibilità a fronte della grave e profondissima crisi economica e di valori che sta investendo il nostro Paese. Occorre dunque uno sforzo progettuale che non può limitarsi alla sola raccolta del materiale esistente reciprocamente elaborato: ciò comporta la centralità politica dell’approccio e la necessità di un adeguato e reciproco coinvolgimento di tutte le componenti dell’Avvocatura, al di là delle visioni individuali».
È in gioco il futuro del nostro Paese.
La mia proposta la potete leggere nel “Recovery fund e il processo civile visto dalla periferia dell’impero” il 15 ottobre 2020.
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