Quell’intollerabile sensazione di impunità
Nei giorni scorsi ho letto di un episodio che non ha destato molto interesse sulla stampa ma che a me è parso sintomatico di quella che da tempo giudico una sensazione di impunità.
È accaduto che una signora seduta all’esterno di un bar, al centro di Roma, sia stata scippata della borsa ed i camerieri ed alcuni avventori e passanti abbiano inseguito e bloccato la borseggiatrice, malmenandola. Una reazione spontanea senza dubbio, tra l’altro posta in essere senza particolari timori, considerato e che la borseggiatrice non era certamente armata.
Quel che mi ha colpito in questa vicenda è il fatto che nessuno, almeno così la notizia di stampa, abbia sollecitato le forze dell’ordine. E questo io credo sia il sintomo di una diffusa sensazione di impunità che il cittadino percepisce sulla base delle cronache le quali riferiscono che spesso il rapinatore catturato viene denunciato a piede libero, cioè non trascorre neanche un giorno in prigione. È un po’ come la triste vicenda degli incendiari che, anche quest’anno, hanno distrutto ettari di bosco e macchia mediterranea in molte regioni italiane. Trascurando per un attimo il tema, che ho affrontato più volte, della inadeguata prevenzione, che purtroppo riguarda i boschi come i fiumi che per mancanza di controllo esondano quando un temporale riversa sul territorio più acqua del solito, l’opinione pubblica non percepisce una reazione adeguata dell’ordinamento nel caso in cui l’incendiario sia individuato. I giornali e le televisioni riferiscono che “è stato denunciato”. Noi vorremmo sentire che quel delinquente è stato rinchiuso in un carcere. In particolare, quando l’incendio è doloso e risponde ad interessi propri o di organizzazioni criminali. Per cui è parso una sorta di “grida” manzoniana l’inasprimento delle pene deliberato dal Governo con un decreto-legge, considerato che le precedenti, che non erano certamente blande, non risulta siano state applicate, o almeno non si sa, con ciò vanificando quell’effetto di dissuasione che alla pena si attribuisce. Accade quando il giudice individua nella condotta una “particolare tenuità” che, ai sensi dell’art. 131-bis c.p., è una causa di non punibilità.
Ora non è dubbio che in uno stato di diritto, nel quale in via di principio le leggi tutelano i cittadini nei confronti delle violenze e delle prepotenze, è essenziale che le leggi siano rispettate e se un certo comportamento è ritenuto illecito, e quindi meritevole di una sanzione penale, la punizione deve intervenire immediatamente. Perché colui che si appresta a commettere un atto illecito o illegale certamente mette in conto di essere individuato e punito. E calcola la misura del rischio. Se è minimo, se non addirittura assente, non avrà remore. Come abbiamo ascoltato più volte, anche nei giorni scorsi, gli scippatori vengono presi, identificati e poi lasciati liberi di tornare il giorno dopo a commettere lo stesso reato.
Ricordo di aver letto tempo addietro che una ricca e nota ereditiera americana, Patrice Hilton, era stata condannata a 15 giorni di reclusione che aveva regolarmente scontato in una prigione del suo paese.
A completamento di queste brevi riflessioni, che a molti sembreranno banali, la classica “scoperta dell’acqua calda”, e che altri troveranno probabilmente deprimenti, riferisco di quanto mi ha detto una signora rumena. Mi diceva che nel suo paese le norme sono molto severe e rigidamente applicate. Mi ha fatto l’esempio dei furti di auto che in Italia difficilmente comportano una pena in carcere, che in Romania non si può evitare.
Naturalmente, io non auspico un paese irto di prigioni, ma ritengo che il puntuale rispetto delle leggi sia il migliore deterrente nei confronti di chi vuole violarle e quindi il modo migliore per educare il cittadino o lo straniero che vive nel nostro Paese al rispetto delle leggi. Ne cives ad arma ruant, dicevano i romani perché il cittadino non corra a farsi giustizia da sé, sostanzialmente come hanno cercato di fare gli inseguitori della scippatrice assegnandole anche qualche ceffone.
Mi preoccupa anche l’immagine che in tal modo offriamo al mondo, ai potenziali visitatori del bel Paese i quali possono essere dissuasi o in qualche modo condizionati dalla notizia che gli scippi, le rapine come la violazione delle più elementari regole della circolazione stradale il più delle volte non vengono punite.
È un’immagine che è il caso di correggere.
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