Questo Dl Semplificazioni non ci libera dall'insopportabile burocrazia
Il decreto ripercorre le logiche di sempre, mentre serve una rivoluzione della P.A.: semplificare e digitalizzare
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C’è una grande attesa per il Dl Semplificazioni. Mi sembra di capire che della sua importanza ne siano consapevoli tutti gli attori politici e istituzionali, in quanto si tratta del primo provvedimento per l’attuazione del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) ed è fondamentale che si parta con il piede giusto.
Da oltre vent’anni l’economia italiana non cresce, con gli investimenti pubblici impantanati nella palude di procedure talmente farraginose da rendere incerto l’esito di ogni nuovo progetto, piccolo o grande che sia. I gravi ritardi nell’implementazione dei progetti di digitalizzazione delle amministrazioni sia centrali che locali, l’inefficienza della spesa dei Fondi europei, sono i freni che il Paese si deve lasciare alle spalle prima possibile.
Non abbiamo scelta, per spendere bene i soldi del Pnrr dobbiamo fare la rivoluzione della Pubblica Amministrazione. Per cambiare il Paese, che è l’intento del Piano, bisogna elevare la qualità e l’efficienza dei servizi pubblici diminuendo gli oneri amministrativi e fiscali a carico delle imprese e dei cittadini. Che significa semplificare e digitalizzare le procedure e investire in modo massiccio sulla cultura e competenze dei funzionari pubblici.
Non è una riforma che si fa dall’oggi al domani, ma che bisogna cominciare subito puntando a misure radicali in grado di cambiare veramente la marcia della macchina dello Stato. Di far crescere la qualità del capitale umano se ne sta occupando in modo deciso il ministro della Funzione pubblica. La semplificazione delle procedure è obiettivo altrettanto ambizioso che richiede un provvedimento all’altezza in grado di introdurre una vera discontinuità con il passato. Dovrebbe perciò essere portatore di un approccio nuovo, scritto in una lingua chiara, atto a rivoluzionare l’azione delle amministrazioni pubbliche per renderle all’altezza dei compiti impegnativi che l’aspettano.
Purtroppo, dalla lettura delle prime bozze, l’impressione è di un provvedimento che ripercorre le logiche di sempre, limitandosi a modificare articoli delle precedenti leggi, fra cui il decreto Semplificazioni varato a luglio dell’anno scorso dal precedente governo, composto da oltre 100 pagine e 37 decreti attuativi, di cui a febbraio 2021, secondo l’Osservatorio Conti pubblici italiani dell’Università cattolica, solo 5 risultavano emanati. In sostanza, una misura fatta di rimandi su rimandi, in un linguaggio complicato, comprensibile solo agli uffici legislativi che, nei fatti, rischia di perpetuare un’insopportabile burocrazia, seppure con nuovi paletti, mentre lascia aperto il gorgo delle interpretazioni delle norme con il carico di ricorsi a cui dà adito.
Io auspico fortemente che questa impostazione venga abbandonata, perché altrimenti sarà molto difficile riuscire a portare a casa i risultati scritti nero su bianco nel Pnrr presentato alla Commissione europea.
Cambiare approccio significa cambiare l’impalcatura su cui far viaggiare le procedure. Queste devono diventare processi digitali definiti da norme tecniche recepite dalla legge. Come? Partendo non dalla procedura formale, ma dai servizi che la P.A. deve dare alle imprese: autorizzazioni, licenze, certificazioni, concessioni, ecc che vanno ripensati interamente in chiave digitale. Si tratta in sostanza di disegnare e digitalizzare le modalità attuative di un processo decisionale che deve produrre un risultato in un arco di tempo stabilito.
Che significa individuare gli atti necessari per produrre quel servizio, l’ente responsabile del servizio e le altre amministrazioni che devono concorrere ciascuna per la propria parte per raggiungere al risultato. La procedura si trasforma così in un servizio implementato su una piattaforma digitale, a cui concorrono tutti gli attori pubblici coinvolti. Queste procedure dovranno fare ampio uso delle banche dati comuni eliminando le richieste ridondanti di informazioni agli utenti.
Esempio: autorizzazione per la posa in opera delle infrastrutture a banda ultra larga previste dal Pnrr.
Lo Stato riconosce questo servizio alle imprese come essenziale. La piattaforma digitale pubblica denominata “Sviluppo VHCN (Very High Capacity Network) contiene la procedura per produrre un’autorizzazione entro tempi stabiliti ed è accessibile da tutti gli enti pubblici coinvolti. L’operatore di telecomunicazioni presenta la richiesta al Comune interessato dall’installazione, che diventa responsabile del procedimento. Nessun spostamento di carte, nessuna attesa di pareri per andare avanti, ma tutti gli attori pubblici che collaborano contemporaneamente, per la propria parte di dati, alla riuscita del processo.
A completamento del procedimento la piattaforma emetterà in automatico l’autorizzazione formale che consente all’operatore di procedere ai lavori, anche nel caso in cui il servizio si possa avvalere del silenzio/assenso. O in caso contrario, prima della scadenza prefissata, la piattaforma produrrà le motivazioni perché la procedura di autorizzazione si è fermata o non è stata concessa e da quale ente. Questo darà modo di intervenire tempestivamente sia all’ente responsabile che all’operatore che potrà provvedere ad eventuali modifiche del progetto.
Questa procedura digitale è un processo tecnico-organizzativo e come tale va definito con una norma tecnica elaborata sulla base di competenze di project management. Trattarla come norma di legge scritta in ufficiolegislativese significa non cambiare i processi.
Oggi è così importante costruire una nuova impalcatura di norme tecniche su cui far viaggiare i servizi alle imprese (e a cittadini) che sarebbe più che opportuno un effettivo ripensamento del Dl Semplificazioni. Magari bisognerà prendere più tempo per emanarlo in una chiave nuova e digitale, ma almeno così saremo sicuri di star costruendo veramente le basi non solo per assicurare l’attuazione dei progetti del Pnrr, ma un nuovo modo di funzionare dello Stato, più trasparente, semplice e aperto alla partecipazione di tutti gli attori.
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