Rcauto. Prezzi in crescita.
Governo e associazioni annaspano in un finto mercato.
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Si è tenuto ieri 14 febbraio un incontro presso il ministero delle Imprese e made in Italy per far fronte all’aumento delle tariffe dell’assicurazione obbligatoria Rcauto. Il campanello d’allarme è l’aumento del 7,3% di dicembre 2023 rispetto ad un anno prima.
Ministero, associazioni di categoria e di consumatori del Cncu, Mister Prezzi, etc.. sono arrivati ad una non conclusione con l’impegno del governo “per il riordino dell’intero sistema assicurativo nazionale”.
Chissà cosa vorrà dire, visto che sono anni che sentiamo cose del genere… e vai con l’incontro successivo in occasione del prossimo aumento.
Gli aumenti, anche oltre l’inflazione, ci sono semplicemente perché le imprese hanno deciso di guadagnare di più. L’automobilista può scegliere una compagnia piuttosto che un’altra, ma di fatto, in un mercato dove il compratore è obbligato ad esser tale, la forbice di offerte e di concorrenza è bassa.
Questo è il risultato di una politica che evita sempre la questione principale: attuare il mercato libero per entrambi i contraenti, mentre oggi c’è solo la libertà di aumentare i prezzi da parte di chi offre: le tariffe sono variegate, diverse regione per regione in base all’incidentalità, ma all’interno delle specifiche zone le tariffe sono simili. Chi acquista non è libero di farlo e, di conseguenza, il mercato è organizzato per il solo beneficio di chi offre.
Le litanie degli attori politici che dovrebbero affrontare il problema, oltre che autoreferenziali, porterebbero solo a tariffe di Stato, uguali per tutti. Ma, siccome non è di moda essere monopolisti (o meglio: esserlo dicendo che si è tali), si fa finta di cercare soluzioni procrastinando il motivo principale di questo non mercato: l’assenza di due attori per condizionarsi a vicenda.
La soluzione è levare l’obbligo di assicurazione Rc-auto. Ma tutti, politici in primis, non lo fanno perché significherebbe far venir meno un proprio bacino di consenso. Metodo che spesso ritroviamo in altri settori della nostra organizzazione economica. Si pensi, vista l’attualità e il costo economico che si preferisce pagare all’Ue con le sanzioni per non avervi ottemperato, alla vicenda dei balneari che bloccano l’ingresso del mercato per la fruizione delle spiagge demaniali.
La logica e il metodo, come sempre nell’economia di mercato è semplice e facile.
Assicurarsi, per il possessore di un veicolo, dovrebbe essere una convenienza, pena l’esposizione del proprio patrimonio al risarcimento di un danno, dove lo Stato, per esempio, in assenza di copertura, potrebbe intervenire, come già oggi fa, con il Fondo di garanzia per le vittime della strada (reimpostato al nuovo mercato senza obbligo). Chi offre l’assicurazione non avrebbe alternative ad essere all’altezza del mercato, che diventerebbe più competitivo.
Una cosa da notare. Fare carte false pur di non rendere libero il mercato, è caratteristica dei governi di destra o sinistra (secondo la specificità italiana di questi schieramenti). Quello che dovrebbe accadere perché si vada oltre, è quindi più una rivoluzione culturale che di schieramenti. Rivoluzione che dovrebbe albergare all’interno di tutti gli schieramenti che dicono di essere per il mercato.
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc
Comunicato stampa dell’Aduc
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