Recovery fund e il processo civile visto dalla periferia dell’impero
Le ultime notizie dicono che la trattativa sul RF in Europa si è bloccata e quindi c’è tutto il tempo per predisporre un progetto lungimirante.
In evidenza

Come dicono gli studi condotti dalla Banca d’Italia e dalla Confesercenti, un efficiente sistema giudiziario consentirebbe di recuperare dall’1,3% al 2,5% (da 22 miliardi a 40 miliardi) del PIL così stimolando gli imprenditori, anche esteri, a investire nel nostro Paese.
L’Unione Europea ha posto all’Italia condizioni molto strette per procedere all’erogazione del Recovery Fund. Tra queste spicca la riforma della giustizia. In questo breve intervento mi limiterò al processo civile che meglio conosco.
Il Consiglio dei Ministri ha già approvato, in data 05.12.2019, un disegno di legge delega titolato: «Schema di disegno di legge recante delega al Governo per l’efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie».
Occorre fare alcune puntualizzazioni preliminari.
La durata dei processi civili non dipende da riforme procedurali, ma, solo e soltanto dal rapporto tra domanda di giustizia e offerta di giustizia.
Se l’offerta di giustizia non è adeguata alla domanda, è inevitabile che i processi durino un tempo non ragionevole.
Le riforme sin qui portate avanti hanno agito sulla domanda di giustizia, comprimendola, senza ampliare l’offerta.
È quindi del tutto illusorio pensare che modificando ancora le regole del processo si possa velocizzare la giustizia civile.
Bisogna invece agire in parallelo sia sulla domanda di giustizia che sull’offerta di giustizia.
La domanda di giustizia chiama in causa direttamente l’avvocatura italiana che è pletorica, sfuggita a ogni controllo e che va quindi riportata a numeri sostenibili agendo sia sull’accesso alla professione che sulla professione stessa.
Come dico ormai da molte lune, inascoltato, ci sono circa 100 mila avvocati in più del necessario.
Si devono trovare soluzioni operative per una ricollocazione sul mercato di questi professionisti.
Sull’offerta di giustizia occorre potenziare il numero dei togati, le cancellerie e l’intera struttura giudiziaria che oggi tira a campare grazie alla dedizione di un numero sterminato di giudici onorari che per lo più provengono dall’avvocatura.
Venendo alla tecnicalità del processo civile mi pare da archiviare il dibattito citazione sì, citazione no, ricorso sì, ricorso no.
Le linee guida, a mio giudizio, debbono essere: la salvaguardia del diritto di difesa, il rispetto del contraddittorio e termini perentori, sia per le parti che per il giudice.
Gli atti difensivi debbono essere completi nei fatti, nelle ragioni di diritto, nelle richieste di carattere istruttorio e nella produzione documentale.
Sono sufficienti tre udienze: la prima, per la valutazione delle domande e per esperire il tentativo di conciliazione ed eventuale chiamata di terzi; la seconda, per l’assunzione dei mezzi di prova ammessi e CTU; la terza, per la discussione e decisione. Il tutto secondo un calendario rigoroso predisposto dal giudice.
Per l’appello possono valere gli stessi principi eccezion fatta per la fase istruttoria da ammettersi entro paletti molto rigorosi.
L’idea dell’avvocato – istruttore dovrebbe essere abbandonata per non snaturare la funzione dell’avvocato.
Il ricorso in Cassazione dovrebbe essere circoscritto alla sola violazione di legge e assenza o contraddittorietà nella motivazione recuperando e valorizzando, in tal modo, la funzione nomofilattica della Suprema Corte, a Sezioni Unite.
Come ha detto il Presidente Conte, intervenendo all’evento conclusivo del Festival dello sviluppo sostenibile 2020 alla Farnesina: «Tutti i decisori devono capire che è il momento delle scelte, non si può più tergiversare. I giovani ci chiedono un patto intergenerazionale. Possiamo rispondere con una visione egoistica o predisporci a questo, per dare una svolta verso una transizione… della nostra società».
La congiunzione astrale è favorevole, la politica monetaria è accomodante perché schiacciata sullo zero, la politica fiscale ritrova efficacia e cosi la riforma della giustizia civile con le risorse del RF.
Altre Notizie della sezione

Dirigente nomina dirigente?
13 Marzo 2025Non funziona così

La riforma della geografia giudiziaria
12 Marzo 2025E gli effetti sul funzionamento della giustizia civile.

Il comitato per le politiche macroprudenziali
11 Marzo 2025Vi sono rappresentate, al più alto livello, le autorità nazionali che contribuiscono, a vario titolo, alla tutela della stabilità finanziaria.