Se non ora quando?
La riforma di Cassa Forense
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L’evoluzione della demografia e dei redditi certifica che l’attuale impianto normativo di Cassa Forense non è in grado di governare il cambiamento che, con il cigno nero della pandemia, sta subendo una profonda accelerazione. Il Comitato dei Delegati mi sembra assente su questa problematica e quindi dimostra la sua inutilità tanto più che la diffusione delle conferenze in rete e dello smart working consente a tutti la comunicazione da remoto. Si impone, quindi, una profonda riforma strutturale per consentire a Cassa Forense di ritornare a essere inclusiva e non esclusiva. Le linee guida che io propongo, dopo attenta condivisione con chi si interessa della materia, sono le seguenti:
- Abolizione del Comitato dei Delegati.
CdA di tre membri eletti dalla base su confrontabili requisiti di competenza in previdenza e finanza da ripartirsi uno di espressione del nord, uno del centro e uno del sud e isole, così da garantire l’unità nazionale con la golden share al rappresentante del nord che rappresenta il socio di maggioranza quanto a contribuzione versata.
– Abolizione dei minimi e contribuzione proporzionale e progressiva secondo scaglione di reddito;
– Aumento del tetto pensionabile;
– Introduzione della pensione sociale forense;
– Cancellazione al pensionamento o applicazione di un sostenuto contributo di solidarietà generazionale;
– Cancellazione dei ventimila fantasmi;
– Tutti gli atti immediatamente visibili sul sito istituzionale;
– Massimo due mandati e divieto assoluto di rivestire cariche societarie in società o enti ove Cassa Forense abbia investito;
– Bilancio consuntivo con allegata scheda di valutazione mark to market del patrimonio.
Andrà fatta un’attenta proiezione attuariale per valutare la sostenibilità cinquantennale nel suo complesso e, in particolare, la sostenibilità dell’introduzione della pensione sociale forense di importo (oggi € 510,00) pari a quella INPS.
Andrà altresì valutato l’aumento del budget da destinare all’assistenza, oggi pari a € 290,00 pro capite, con il limite del 12,50% del contributo integrativo.
La metto a disposizione come base di partenza per una riforma strutturale ormai inevitabile.
Il RATING BBB – dimostra ancora una volta che non possiamo dipendere dai mercati.
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